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La parola e l’incanto: verso Natale

Quando i bambini fanno “oh” c’è un topolino. Mentre i bambini fanno “oh” c’è un cagnolino. Se c’è una cosa che ora so ma che mai più io rivedrò è un lupo nero che da un bacino a un agnellino. Tutti i bambini fanno “oh”, dammi la mano perché mi lasci solo, sai che da soli non si può, senza qualcuno, nessuno può diventare un uomo…
Dite la verità: l’avete letta cantando. E ora sorridete perché è proprio così. Una canzone d’altri anni che ci raccontava in quella sillaba oh, un incanto, e anche un successo inaspettato. L’incanto è così, nasce quando non lo aspetti, ti raggiunge e ha qualcosa da dirti. Il cammino di avvento viaggia su questo binario: la Parola e l’incanto. La Parola è quel Verbo che si fa Carne e intorno a Lui, le persone coinvolte restano piacevolmente stupite e sollevate. Maria, una ragazza sconosciuta d’un paesino di provincia, raggiunta da Dio nella sua casa, una come tante. Elisabetta, la zia incinta, se la trova sulla soglia di casa, perfino il bimbo in lei sgambetta. Giuseppe, giovane innamorato, ascolta la Voce nel sonno, di giorno infatti è al lavoro. Giovanni Battista s’inchina alla vista del più importante di lui, mentre fa la fila con gli altri, come se fosse alle poste. I pastori, stupiti che un bambino (e che bambino!), sia nato lì, dove mucche e pecore mangiano. I Magi, gente lontana, partiti senza conoscere la strada, capiscono d’essere arrivati quando l’incanto li ha sopraffatti. Incantarsi è atto contemplativo, ci spalanca gli occhi su un “che bello!”, guarderemo perfino ai nostri problemi con uno sguardo meno appesantito. Ecco, Natale è vicino, e vorrei che ci arrivassimo con calma, però d’incanto, come una magia, preparando lo spazio per quel Verbo, e le parole che sussurrano una letizia. I gesti tipici sono: la preghiera; la carità; la visita e la benedizione delle famiglie; la preparazione del presepe; l’attesa delle messe natalizie. Un simbolo d’avvento è la corona, cioè la ghirlanda con le sette candele, una per ogni domenica e l’ultima da accendere a Natale (alla Luce di Betlemme che troverete in chiesa): prepariamola in ogni casa! Lasciamo quindi da parte la fretta delle molte compere, e abbiamo cura di entrare con pace nel mistero divino. Anche canticchiando canzoni da bambini, o perché no, una serena ninna nanna per il Bambino divino.
                                                        Buon Avvento!        Don Andrea

Laboratori creativi

Nelle domeniche 6, 13, 20 e 27 novembre dalle 15.30 alle 17.30 proponiamo ai ragazzi dalla V elementare alla III media di ritrovarsi in oratorio nelle aulette del catechismo per passare dei pomeriggi di creatività in allegria e amicizia.
L’obiettivo è quello di dare vita a originali manufatti, poi destinati ai mercatini natalizi, il cui ricavato andrà alla Caritas parrocchiale.

Giornata Diocesana Caritas : giornata mondiale dei poveri

Domenica 6 novembre 2022

Papa Francesco il 26 giugno 2021 nel discorso ai membri della Caritas Italiana nel 50° di Fondazione, ha detto:
“Siete parte viva della Chiesa, siete – la nostra Caritas -, come amava dire San Paolo VI, il Papa che l’ha voluta e impostata. Egli incoraggiò la Conferenza Episcopale Italiana a dotarsi di un organismo pastorale per promuovere la testimonianza della carità nello spirito del Concilio Vaticano II, perché la comunità cristiana fosse soggetto di carità. Confermo il vostro compito: nell’attuale cambiamento d’epoca le sfide e le difficoltà sono tante, sono sempre di più i volti dei poveri e le situazioni complesse sul territorio. Ma – diceva San Paolo VI – “le nostre Caritas si prodigano oltre le forze”. E questo è vero! L’amore del Cristo ci possiede. Vi auguro di lasciarvi possedere da questa carità: sentitevi ogni giorno scelti per amore, sperimentate la carezza misericordiosa del Signore che si posa su di voi e portatela agli altri”.
Perché la nostra comunità parrocchiale diventi sempre più solidale, chiediamo a tutti, come gesto concreto, di contribuire a colmare le difficoltà di tante famiglie che si rivolgono al nostro Centro d’ascolto pressate dall’aumento delle bollette di luce e gas.
A tale scopo potete utilizzare le buste col timbro Caritas che trovate sul tavolino in fondo alla chiesa e inseritele nella bussola a fianco. Sul tavolino troverete anche delle copie di una riflessione di don Tonino Bello sull’accoglienza. Prendetele pure. È il nostro grazie per ogni vostro contributo.
Si può trovare il “Messaggio del Santo Padre Francesco per la VI Giornata mondiale dei poveri” cliccando qui

Pranzo della Carità

pranzo valtellinese

Domenica 13 novembre

In preparazione al tempo di avvento in cui uno dei segni distintivi è la Carità, desideriamo condividere come comunità parrocchiale un pranzo, il cui ricavato andrà a favore della Fattoria Agricola Querzola di Borgotaro, che sostiene le attività missionarie dell’OMG (Operazione Mato Grosso) in America Latina.
Il pranzo sarà tipico valtellinese: pizzoccheri, polenta e…(!!!), costo: 18€.
Iscrizioni dopo le Messe festive, la domenica pomeriggio al bar o presso Matteo Zanoletti, Giorgio Gerbella, Matteo Guazzarri, Miriam Sambruna, le ex-allieve, entro il 9 novembre.

Domenica 13,  dopo le Messe del mattino, potrete acquistare i prodotti della fattoria agricola.

Volantino Pranzo della Carità

 

Santi del nuovo millennio

Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del Nuovo Millennio! Essere santi vuol dire entrare nella sfera del divino. La santità è una dimensione anzitutto ontologica prima di essere una dimensione morale. Essere in Dio, essere figli, essere in Gesù, ecco ciò che siamo chiamati ad essere. Che cosa vuol dire, dunque, la parola essere santi? Quando noi ascoltiamo questa parola subito proviamo come un brivido di timore, che essere santi significa essere molto bravi, fare chissà quali sforzi, ma è molto più semplice: essere santi vuol dire lasciarsi amare da Dio come Lui stesso ama Gesù Cristo. Essere santi, quindi, è un problema di Dio, prima che nostro, è un problema che tocca a Lui risolvere, per noi è importante lasciarci amare, non irrigidirci, non spaventarci, ma meravigliarci, per insegnarmi a vivere ad amare, a soffrire e a morire come Te. Ecco cosa vuol dire essere santi: lasciare che lo Spirito Santo formi l’immagine e la vita di Gesù in noi, così che ci insegni a vivere, ad amare, a perdonare, a soffrire, a morire come Lui. Qui ritorno al messaggio del Santo Padre che descrive concretamente le caratteristiche di questa santità: “Siate contemplativi e amanti della preghiera, coerenti con la vostra fede, generosi nel servizio dei fratelli, membra attive della Chiesa, artefici di pace”. Essere contemplativi si esplica in un qualcosa di molto semplice: sarebbe già molto se ognuno si prendesse dieci minuti al giorno di silenzio con il Vangelo, per pregustare la gioia del momento e allargare il tempo secondo le proprie possibilità. Essere coerenti, dimostrando che siamo gente che ha speranza, sorride, affronta i sacrifici con serenità. Essere generosi nel servizio dei fratelli consiste nei tanti atti di solidarietà. Ciascuno è chiamato ad essere artefice di pace, cominciando dalla famiglia, dalla
parrocchia, dal proprio gruppo, a portare parole e gesti di benevolenza, di comprensione e di accoglienza.
Ci sono nel nostro tempo non solo moltissimi santi, ma anche molti martiri. Una santità eroica soprattutto in mezzo a noi, composta da persone deboli, fragili come noi, ma capaci di lasciarsi possedere da Cristo Gesù. Vi propongo alcune domande per la vostra riflessione: mi interrogo, ho voglia di essere santo, oppure ho paura di esserlo? Quale il più grande ostacolo per la santità? Quale, invece, il più grande stimolo, oggi, per la santità?

CATECHESI DEL CARD. CARLO MARIA MARTINI

Orari Sante Messe per queste festività

Tutti i Santi: 31 ottobre ore 18.00 s. Messa vigiliare.
1 novembre  ore 8.00 – 9.45 – 11.00 – 18.00
Tutti i defunti:  ore 8.30-18.00 in parrocchia
ore 15.30 nei cimiteri della città
Lunedì 7 novembre ore 21.00: memoria dei defunti specialmente del mese di ottobre

Giornata Missionaria Mondiale: Lì ad aspettare

Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire… Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, emigranti, gente strana, e noi… Eppure, c’era sempre uno, uno solo, uno che per primo… la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte… magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni… alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare… e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov’era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l’America. Quello che per primo vede l’America. Su ogni nave ce n’è uno. E non bisogna pensare che siano cose che succedono per caso, no… e nemmeno per una questione di diottrie, è il destino, quello. Quella è gente che da sempre c’aveva già quell’istante stampato nella vita. E quando erano bambini, tu potevi guardarli negli occhi, e se guardavi bene, già la vedevi, l’America, già lì pronta a scattare, a scivolare giù per nervi e sangue e che ne so io, fino al cervello e da lì alla lingua, fin dentro quel grido, AMERICA, c’era già, in quegli occhi, di bambino, tutta, l’America. Lì, ad aspettare.
(Novecento, A.Baricco)

Il mese di ottobre, dedicato alla dimensione missionaria della Chiesa, trova la sua punta d’orgoglio in questa giornata. Infatti, fa pensare ai missionari, sacerdoti, religiose, famiglie, giovani, che sono andati lontano, forse per scelta, forse per un’occasione offerta, forse perché era il destino già scritto negli occhi da bambino. Ma fa anche pensare alla nostra comunità, che è missionaria nel nostro quartiere, e che ha la sfida di doversi fare vicino e accogliere chi si avvicina. Ringraziando anche il gruppo missionario delle nostre signore che si ritrovano ogni martedì, e al neonato gruppo Almas Misioneras, che ci spingono oltre confine. Precisamente un anno fa vi chiedevo di condividere il mandato missionario pregando davanti al Crocifisso, e anche oggi ve lo ripropongo: «Ecco il compagno indivisibile delle vostre fatiche apostoliche, il vostro sostegno nei pericoli e nelle difficoltà, il vostro conforto nella vita e nella morte; l’Amore della vostra vita».
Don Andrea

Consiglio Pastorale Parrocchiale e Affari Economici

Mercoledì 26 ottobre 2022 alle ore 21.00 nel salone dell’oratorio.
Dopo la preghiera della compieta, affronteremo i seguenti argomenti:
1. Situazione economica (considerazioni sullo stato attuale, prospettive, contenimento costi).
2. Benedizioni Natale (come/quando incontrare le famiglie, tutte/solo una parte?)
3. Emergenza educativa (i bisogni dei piccoli, le difficoltà delle loro famiglie, le risorse disponibili, il gruppo catechisti).
4. Rinnovo Consiglio Pastorale Parrocchiale (cooptazioni per integrare assenze/dimissioni, come preparare il rinnovo previsto per il prossimo anno).
5. Assemblea sinodale decanale (informativa: cosa significa e quali obiettivi).
6. Comunicazioni ed eventuali varie.

Come un Cenacolo: l’augurio dell’arcivescovo Mario ai cresimandi

«Tre cose sono avvenute nel Cenacolo. La prima è che Gesù ha attirato a sé lo sguardo dei discepoli, dicendo: “Non guardatevi gli uni gli altri per dire chi è il primo o il migliore. Guardate a me. Tenete fisso lo sguardo su di me, perché non c’è un amore più grande del mio”. Quindi, non la distrazione, non l’invidia e la concorrenza, ma volgere lo sguardo a Gesù, colui che è stato trafitto». Da qui l’interrogativo rivolto direttamente ai giovani: «Dove guardi tu?»
«Non guardate troppo internet, la televisione, non guardatevi troppo tra voi quasi per dire che gli altri sono migliori o vi fanno paura. Chi guarda a Gesù non ha paura né del mondo, né dei bulli né di quello che può capitare in futuro».
Poi, il secondo fatto avvenuto nel Cenacolo. «Gesù ha detto: “Io vi do la mia gioia e desidero che la vostra gioia sia piena. Imparate a sorridere, amici miei, imparate a seminare sorrisi, quando è bel tempo e quando piove, quando le cose sono facili e quando sono difficili.»
Infine, «la mano che offre aiuto».
«Gesù ha detto: “Io che sono il Signore ho lavato i piedi a voi, dunque, anche voi lavatevi i piedi gli uni gli altri, datevi una mano, mettetevi a servire, aiutate in casa, a scuola, in oratorio. Nessuno è troppo piccolo da non poter dare una mano: non devi vergognarti di quello che non sai fare, piuttosto offri quello che puoi dare. Non pensare di essere solo, guarda quanti sono disposti, intorno a te, a dare una mano».
Lo sguardo che si rivolge a Gesù, il sorriso, la mano tesa per aiutare, è ciò che vi raccomando. Quando pensate al dono dello Spirito, che avete ricevuto o state per ricevere, domandatevi che cosa opera in voi questo dono: vi porta nel Cenacolo. Come faranno i vostri amici a capire che siete stati nel
Cenacolo? Perché vedranno che siete capaci di guardare al Signore, di sorridere, di dare una mano. Tornando a casa, la gente capirà che avete ricevuto la cresima, perché siete capaci di ciò, perché non si perda la vostra strada e la vita sia vocazione. Questa è la vostra vocazione».

Essere nonni: una dimensione tutta da esplorare

ESSERE NONNI: UNA DIMENSIONE TUTTA DA ESPLORARE

 

La commissione del Servizio Famiglia della Diocesi di Milano propone tre incontri online dove si parlerà di identità, del rapporto con i figli e i nipoti, ma anche di spiritualità, trasmissione della fede, della memoria e dei valori. Dalle ore 20.30 alle 22.00.

  • 11 ottobre 2022: Cari nonni, ma chi siete?
  • 18 ottobre 2022: Essere genitori di genitori: un delicato equilibrio.
  • 25 ottobre 2022: I nonni: la memoria che diventa profezia.

Per iscriverti agli incontri clicca qui

Guarda il trailer del corso di formazione