Don Luigi Arienti

Luigi Arienti, figlio di papà Davide e di mamma Maria Lovati, nasce a Cusano il 1° gennaio delDon Luigi Arienti 1920. Il successivo 3 gennaio riceve il battesimo dal Parroco Don Antonio Seveso.   Il 14 dicembre del 1932 riceve la S. Cresima dal beato card. Ildefonso Schuster.
Dopo una breve esperienza di lavoro, matura la decisione di farsi sacerdote, e così riceve l’Ordine del Suddiaconato il 24 giugno del 1945 e diventa Sacerdote il 15 giugno del 1946.
Dalla sua mamma impara a vivere in modo concreto la fede, con sacrifico e serena accettazione della volontà di Dio: mai una volta si è mai lamentata delle numerose prove che il Signore le ha mandato, come la prematura morte di alcuni figli e del marito, dando sempre esempio di grande fortezza e fiducia nella Provvidenza.  Don Luigi, cresciuto a questa scuola, apprende il profondo senso cristiano e morale della virtù semplice, umile e nascosta, che non si cura delle apparenze, ma lavora e porta frutto.

Una volta diventato prete, le sue prime cure apostoliche sono per i giovani che hanno conosciuto le asprezze della guerra e che aspirano a formarsi una famiglia che faccia dimenticare loro tutte le sofferenze provate.
Come primo incarico, viene destinato come coadiutore nella giovane e vicina Parrocchia Regina Pacis di Milanino. Questa Parrocchia ha caratteristiche un po’ particolari, essendo inserita in una zona residenziale sorta alla fine del 1800 che doveva costituire, nella mente dei fondatori, un’oasi di verde a breve distanza dalla metropoli di Milano, lontana dal traffico, realizzando il progetto urbanistico di una “città giardino”  rimasto tuttavia incompiuto per il sopraggiungere della guerra.
Qui vive dodici anni nell’obbedienza e nel nascondimento spendendosi generosamente per i giovani dell’oratorio.

Nel frattempo la ripresa edilizia del dopoguerra e il fenomeno dell’immigrazione fa sì che si inizia a popolare quella fascia di terreno abbandonata ai margini del progetto della città giardino del Milanino.
La comunità Parrocchiale di Regina Pacis riesce solo in parte a sovvenire ai bisogni di queste persone giunte dalle varie zone depresse d’Italia, del Polesine alluvionato, dei profughi dell’Istria, in cerca di lavoro, che necessitano di tutto.
Le diversità di ceto, di cultura e di bisogni, ma anche l’appartenenza a due Comuni diversi (a causa della definizione un po’ “strana” dei confini) rendono difficile un effettivo incontro tra queste due realtà di persone.

Nel frattempo le Industrie Pirelli realizzano nel comune di Cinisello, ai confini di Milanino, un imponente progetto di case popolari per i propri operai e dipendenti. E’ così che il Comitato Nuove Chiese della Diocesi, sotto la guida dell’Arcivescovo G.B. Montini, decide allora di costituire una nuova Parrocchia nel Comune di Cinisello al confine di Milanino.
A guidarla viene chiamato il giovane Don Luigi Arienti che, profondamente sensibile alle esigenze spirituali e materiali di questa gente, a cui si sente particolarmente vicino per estrazione sociale e culturale, accetta generosamente l’incarico e, in una calda giornata del luglio del 1958, caricate le sue poche cose su una “carretta”, assieme a mamma Maria, si trasferisce quasi in incognito nella chiesa e nella casa parrocchiale – la cui costruzione non è ancora ultimata – di San Pio X.

L’ingresso ufficiale ha luogo l’8 dicembre del 1958, da qui inizia ufficialmente la storia di S. Pio X e del suo primo Parroco don Luigi Arienti.

I primi impegni di Don Luigi sono rivolti alla valorizzazione delle realtà esistenti (il Gruppo Sportivo Serenissima), alla promozione dell’Azione Cattolica (nella quale lui stesso è cresciuto), ed alle ACLI, data la prevalenza “operaia” della popolazione della Parrocchia. Nel 1961 riesce a concludere, grazie ad importanti aiuti ricevuti da generosi benefattori, ma anche all’umile e costante sostegno delle famiglie, la costruzione dell’Asilo Parrocchiale.

Una gravissima malattia rischia di privare nel 1963 la giovane comunità della sua guida spirituale. La preghiera e la solidarietà della Comunità – che in sua assenza è guidata dal giovane prete salesiano Don Antonio Perego – e la Provvidenza, hanno la meglio, così Don Luigi, ristabilitosi, può riprendere la sua missione a S. Pio X.

Pur tra parecchie difficoltà, non solo economiche, Don Luigi Arienti riesce a realizzare ancora una serie di opere importanti, tra cui la nuova Chiesa, la casa parrocchiale, il centro sportivo ed il campo da calcio. Altre realizzazioni ha in mente, ma l’età avanza e le forze incominciano e ridursi, così, sia pure con rammarico, nel 1996 lascia la guida della Parrocchia al nuovo Parroco Don Danilo Dorini, pur continuando a servire la propria comunità come “prete residente”.

Qualche mese dopo, l’11 febbraio, con il rapido aggravarsi di un malanno apparentemente di scarsa importanza, muore, lasciando un grande vuoto in tutta la Comunità.
Di Don Luigi chi l’ha conosciuto personalmente può certamente dire che è stato un prete un po’ “spigoloso”, poco incline alle arti della diplomazia, che sentiva forse in modo eccessivo tutta solo su di sé la responsabilità della conduzione della Parrocchia. Ma non può non riconoscere in lui un Pastore dotato di virtù davvero esemplari per quanto riguarda la dedizione totale alla “sua” Parrocchia, la povertà personale vissuta “fino in fondo” in modo davvero toccante, la vicinanza concreta agli ultimi (poveri, bambini, disoccupati, …), un prete d’altri tempi insomma. Come un Padre un po’ burbero, che però ora non possiamo non rimpiangere per il gran bene che ci ha voluto e concretamente dimostrato con tutta la sua vita.

Possiamo davvero ringraziare la Provvidenza che ce lo ha lasciato per 38 anni …

Dicembre 2008

Targa Don Luigi

Per la fede semplice nel Signore per l’amore alla Madonna e a S. Pio X
e per il suo sacerdozio vissuto al servizio dei fedeli

Ricordiamo Don Luigi Arienti

Fondatore e Parroco della Parrocchia di S. Pio X in Cinisello Balsamo

 NON SENTITE ANCHE VOI ARIA DI BATTAGLIA?
Sono i nostri ricordi che si affollano alla porta del cuore…
E’ un cuore ferito, il nostro, che guarda con un po’ di
sgomento questa chiesa piena di gente per un saluto
che non vuole essere un addio, ma una festa.

NON SENTITE ANCHE VOI ARIA DI TEMPESTA?
Sono le nostre lacrime che vorrebbero scorrere a fiumi
dalle pareti del cuore…
E’ un cuore trafitto, il nostro, che vorrebbe celebrare
come si deve l’umiltà di anni regalati al Signore,
ma rifugge dal freddo degli elogi e delle parole di circostanza.

NON SENTITE ANCHE VOI ARIA DI CASA?
Sono le mura di questa chiesa che accolgono il nostro cuore
e gli danno riposo…
è un cuore che palpita, il nostro e desidera e chiede
che questa chiesa sia sempre casa di tutti, nel segno
del Signore che l’ha fondata e dei suoi amici
che l’hanno custodita e servita

NON SENTITE ANCHE VOI ARIA DI PRIMAVERA?
Sono le parole del Vangelo che germogliano al centro del cuore.
Proprio le parole che abbiamo ascoltato insieme.
“Mostrò loro le mani e il costato”.  Segni di una passione
vissuta fino in fondo e della certezza della presenza del Risorto…
E’ un cuore fecondo, il nostro, se fa memoria di queste parole,
se si abitua a rileggerle nel libro della Bibbia e della vita.

 NON SENTITE ANCHE VOI ARIA FESTA?
E’ la gioia dei discepoli che vedono il Signore, e si sentono guarire il cuore…
E’ un cuore libero, il nostro, se sa ancora sognare e sperare,
se riceve lo Spirito e vive la missione e il perdono.
Se continua a viaggiare nel solco di chi ci ha preceduto nella gloria
dopo averci tracciato dinanzi il cammino di fede.

 NON SENTITE ANCHE VOI PROFUMO DI VITA?
E’ la certezza della Resurrezione che pervade tutto il nostro cuore…
La vogliamo cantare, la vita, correndo il rischio che le note ci muoiano in gola.
La celebriamo in questa Eucaristia, in questo grazie corale che consegniamo
nelle mani del Signore. Anche Don Luigi la sta celebrando con noi

Dall’omelia di Don Davide Caldirola
13 febbraio 1997 – Chiesa di S. Pio X – Funerale Don Luigi Arienti