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Sopra la pietra un angelo ride – Auguri pasquali

Diciamolo pure: quella volta ci fu un bisticcio tale nei cieli che per un momento sulla terra ogni attività frenetica si fermò. Il prestinaio smise di infornare il pane, il contadino di gettare i semi, il falegname di modellare un mobile. Tutti alzarono lo sguardo a quella disputa insolita che stava avvenendo tra gli angeli. Il motivo era semplice: ognuno voleva essere “l’angelo della resurrezione!” In effetti era un’occasione così bella e invitante che ciascuno si sentì in dovere di presentarsi come il più adatto. Fu così convocata da Dio stesso la “riunione della Pasqua”, per decidere a chi sarebbe toccato così grande compito. Si presentò il primo: alto, robusto, pieno di energia, sembrava un guerriero dai muscoli scattanti. Dio lo ammirò: “potresti essere tu, perché rappresenti la forza della vita”! Poi arrivò il secondo: bello, elegante, preciso nei movimenti, sembrava un danzatore. Dio lo ammirò: “potresti essere tu, perché porti una musica nuova”! Poi arrivò il terzo: agile, sicuro di sé, capace nel parlare, sembrava un grande oratore. Dio lo ammirò: “potresti essere tu, perché sai creare un’aria di poesia”! Insomma, la scelta non era così semplice. Allo stesso tempo Dio pensava alla gente che sarebbe accorsa al sepolcro del Figlio: per loro non voleva un angelo rigido come una guardia svizzera, né troppo serio come un funzionario, nemmeno così potente come un gladiatore, perché si sarebbero spaventati. Alla fine Dio ne scelse uno che non dava molto nell’occhio, ma non era capace di star fermo: leggero e divertito, sembrava più un giullare, che ispirava la luce distensiva della serenità, e sapeva accarezzare le ferite del Risorto senza fargli male. Tanto che un grande scrittore descrisse la scena così:

“Ha vinto un povero, il Servo fedele, lui che pareva perduto per sempre: bianche le vesti, la faccia di sole. Sopra la pietra un angelo ride…”
                                                  (D.M.Turoldo)

Gli altri angeli gli fecero da splendida corona, perché tutti vollero partecipare come ad una grande festa. Ah, che bella fu quella mattina!

  Buona Pasqua!
Don Andrea con don Marco, don James, suor Giovanna, suor Donatella

Gli auguri da don Luigi

“Saluto tutti gli amici della parrocchia Pio X cominciando dal parroco e con una benedizione per gli auguri Pasquali che il Signore sia vivo e forte per voi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

Settimana Santa 2024

Vedi intero programma

Triduo Santo: “Come uno che l’amore rende pronto”

La Grazia di questi giorni si accompagna alla partecipazione ai misteri sacri. In questi riviviamo i gesti d’amore del Signore, quelli che gli restituiscono la prontezza per affrontare la sua grande prova. Ma noi saremo pronti?
Giovedì Santo “In Coena Domini”, celebriamo l’istituzione della Eucaristia, a cui si lega il gesto del servizio (con la lavanda dei piedi). Lo compiamo prima con i bambini
dell’Iniziazione Cristiana e loro famiglie (ore 18.00) e poi con gli adulti (ore 21.00). Al termine si potrà ritirare il pane, da spezzare in casa propria.
Venerdì Santo, celebriamo la Passione e Morte di Nostro Signore (ore 15.00) e alle 20.30 la Via Crucis animata da giovani e ragazzi (percorreremo le vie di Milanino, ci troviamo direttamente al parco in via Prealpi).
Sabato “della Gloria” la solenne Veglia Pasquale (ore 21.00). Al termine si potrà ritirare l’acqua benedetta, memoria e segno del nostro battesimo.
Invitiamo ad una partecipazione devota e raccolta (con attenzione speciale a spegnere i cellulari… troppe volte disturbano in modo importuno).

Orari per le confessioni

Lunedi 25 marzo ore 21.00: per gli adolescenti (alla Sacra Famiglia).
Martedì 26 marzo ore 21.00: confessioni comunitarie (con la presenza di almeno tre sacerdoti, meglio approfittare di questa occasione per evitare le “code” dell’ultimo momento).
Mercoledì 27 marzo ore 9.15-11.00.
Mercoledì 27 marzo ore 21.00: confessioni comunitarie alla Sacra Famiglia (con almeno tre sacerdoti).
Venerdì 29 marzo ore 9.00-12.00.
Sabato 30 marzo ore 9.00-12.00 / 15.00-18.00.

Lazzaro

In questa domenica Gesù affronta la morte del suo amico. La morte domina questa pagina: la malattia e la repentina fine di Lazzaro, il pianto delle sorelle, il cordoglio della gente, il pianto di Gesù. Anche lui come noi è segnato dalla morte. Trovo profondamente umane queste parole di sant’Agostino per la morte di un amico: “L’angoscia avviluppò di tenebre il mio cuore. Ogni oggetto su cui posavo lo sguardo era morte. Era per me un tormento la mia città, la casa paterna un’infelicità straordinaria. Tutte le cose che avevo in comune con lui, la sua assenza aveva trasformate in uno strazio immane. I miei occhi lo cercavano dovunque senza incontrarlo” (Confessioni 4,9). La morte dell’altro è già in parte il nostro morire. Chi tra noi non ha fatto l’esperienza del silenzio che scende in noi con la morte d’altri? Ma così essa svela una appartenenza reciproca, una comunione di vita che appunto la morte interrompe. Questo vale per la morte di persone care, per quelle con cui si ha consuetudine di vita, ma anche per ogni morte, perfino gli innumerevoli morti che giacciono in fondo al Mediterraneo. Vuol dire tener desta la consapevolezza del nostro comune destino. Nel linguaggio cristiano è la comunione dei santi. Di fronte alla morte Gesù domanda: “credi tu?” Cosa vuol dire affidarsi a Dio quando si è di fronte alla morte? È come tendere le braccia e al di là delle esitazioni e delle paure afferrare la mano di Dio, tesa verso di noi. Davvero felice chi ha potuto scoprire il miracolo di pace che compie una mano amica in un momento difficile, quando ogni parola è inutile. Se già la mano dell’uomo può operare un tale prodigio in forza della sua tenerezza, che cosa non farà per noi la mano di Dio, se sappiamo afferrarla? Anche Gesù morente si affida: Padre, nelle tue mani affido la mia vita. Parola ardua. Ci sia dato di chiudere ogni nostra giornata e, un giorno, la nostra esistenza, con questa parola
                                                                                                                        Don Giuseppe Grampa

Domenica delle Palme 2024

Entriamo nella Settimana Santa attraverso la solenne celebrazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
Nelle s. Messe di sabato (ore 18.00) e di domenica (ore 8.00-11.00-18.00), cominciamo con una breve processione dal sagrato.
La s. Messa delle ore 9.45 è anticipata alle ore 9.30, a partire dal giardino della nostra scuola dell’infanzia, e la celebriamo all’aperto sul campo.
La nostra Caritas ci invita ad un gesto di carità: portare una bottiglia d’olio (vergine, extra vergine, di semi…) per aiutare le famiglie in stato di bisogno.
Al termine della celebrazione alcuni gruppi di bambini e ragazzi insieme a catechisti ed educatori si recheranno a casa di alcuni anziani o ammalati per portare un ramoscello d’ulivo

Gli ultimi giorni di Gesù

Venerdì 22 marzo alle ore 17.00, per il gruppo di catechesi di III elementare con i genitori ci sarà una celebrazione di “introduzione alla Settimana Santa”, con i misteri della Passione Morte e Resurrezione di Gesù.
È un’occasione per entrare nella storia delle ultime ore del Signore.

Quale gioia quando mi dissero andremo alla Casa del Signore

Quaresima è tempo di Grazia, ancora di più per il pellegrinaggio a Loreto, Assisi, Cascia. Il pellegrino viaggia con il cuore, lì portiamo l’unico bagaglio che resta sempre con noi. Lo dedichiamo alla nostra conversione, alle famiglie, alle comunità parrocchiali.
Prima tappa: Loreto. La Santa Casa di Maria, dove meditiamo il mistero della sua Divina Materità e affidiamo a Lei ogni madre della terra. Ad Assisi, la Basilica di S.Francesco domina la cittadella medievale. La sobrietà ci fa pensare alla sua vita semplice e povera. A S.Damiano, monastero di S.Chiara, il venerato Crocifisso invitò Francesco a “Riparare la sua Casa”. In quel clima di pace ciascuno si chiede: “Come posso riparare la tua Casa, Signore?”. A S.Maria degli Angeli, custode della Porziuncola, riceviamo il Perdono di Assisi: pochi minuti in preghiera ma l’emozione, la pace del cuore provati da ciascuno non si possono descrivere. Il santuario della Spogliazione, dove S.Francesco riconsegnò gli abiti lussuosi al padre, accoglie le spoglie del giovane beato Carlo Acutis. A lui affidiamo i giovani delle nostre famiglie, insieme a coloro che soffrono. A Cascia incontriamo la Santa degli impossibili, s.Rita, contemplando le sue spoglie dentro la teca, siamo sorpresi dal miracolo del roseto sempre fiorito, della vite sempre rigogliosa. A lei affidiamo le grazie più impossibili che ciascuno porta nel cuore. Infine a La Verna, preghiamo con la Via Crucis, lì dove S.Francesco ricevette le Stigmate. Piove, c’è nebbia, fa freddo, ci siamo immedesimati in Francesco in preghiera tra le fenditure della nuda e fredda roccia. Qui invochiamo la Pace per i paesi in guerra.
                                                                                                          Suor Donatella 

Un pellegrinaggio piacevole, spirituale, fraterno

Il Santuario della Santa Casa a Loreto, è il luogo dove ha vissuto Maria, ha ricevuto l’annuncio della maternità e dove Gesù ha vissuto con lei e Giuseppe. La Celebrazione della S.Messa nella Cappella del Crocifisso ci ricorda che a Dio piace essere presente in casa. Ad Assisi nella Basilica c’eravamo solo noi, è stato un momento raccolto e intenso dove ciascuno ha potuto pregare per tutti. Molto commovente la visita e sosta alla tomba di S.Francesco sepolto con i suoi primi amici frati e donna Jacopa che preparava i biscotti per lui. Poi a S.Damiano e alla Basilica di S.Chiara. Commovente anche la visita al santuario della Spoliazione dove si conserva il corpo del beato Carlo Acutis, morto a soli 15 anni e innamorato dell’Eucaristia: la chiamava “l’autostrada per il Paradiso”. Dopo la S. Messa alla Basilica di S.Maria degli Angeli si parte per Cascia. Nella basilica è custodito perfino un miracolo eucaristico! Infine, al Santuario di La Verna, Suor Daniela ci racconta come Francesco in un periodo sofferto e difficile chiede al Signore di poter sentire nel proprio corpo la passione di Gesù e il suo amore. Lui gli dona le stigmate. La conformazione di questo luogo da possibilità di pregare negli anfratti e cavità delle rocce: si vede ancora oggi dove Francesco dormiva per terra appoggiando il capo su una pietra. Davvero questo pellegrinaggio è stato piacevole, vissuto in un clima spirituale di fraterna amicizia aiutandoci ad entrare nell’esperienza che questi santi luoghi offrono.
                                                                Suor Gianna