Pellegrinaggio decanale preadolescenti

Il nostro gruppo di II media, insieme con i ragazzi delle altre parrocchie, parte per Assisi: da venerdì 15 a domenica 17 marzo. Li accompagniamo con la preghiera.
Il nostro gruppo di II media, insieme con i ragazzi delle altre parrocchie, parte per Assisi: da venerdì 15 a domenica 17 marzo. Li accompagniamo con la preghiera.
La Compagnia del Borgo presenta questo spettacolo al Teatro Pax, venerdì 8 marzo, ore 21.00. L’ingresso è libero (senza prenotazione). È un’occasione speciale per scoprire questa figura durante il nostro percorso di quaresima.
Il luogo della sosta
L’incontro di Gesù con la Samaritana. La nota iniziale è generica, e solo in parte veritiera: «Doveva attraversare la Samaria». Ci sono altre strade che dalla Giudea conducono in Galilea; quel «bisognava che attraversasse» ci appare più una necessità della grazia che della geografia. È un po’ come se la Samaria fosse un luogo di richiamo per Gesù, o più precisamente un luogo di agguato della grazia, una sorta di strettoia che lo Spirito fa percorrere a Gesù perché nella sosta del viaggio possa avvenire un incontro. Ci troviamo nella città di Sicar, luogo storico, rappresenta un pezzo della storia della salvezza. Gesù non matura questo incontro in una sorta di «terra vergine», ma in un pezzo di «terra sacra», che Dio abita da tempo. Il pozzo è la terza nota che Giovanni ci regala ed è di densità singolare: nella tradizione giudaica il pozzo è simbolo della legge, della sapienza, della rivelazione di Dio. È come se Giovanni ci dicesse: chi impara a sostare presso l’acqua del pozzo entra nei segreti della rivelazione dell’incontro. Chi corre, o si lascia prendere da altre preoccupazioni, viene escluso da questa profondità, da questi segreti. La sosta di Gesù permette di trovare quell’autentica «provvista», quel vero nutrimento che la preoccupazione dei discepoli non riesce a regalare.
Il tempo della sosta
“…lasciò allora la Galilea e si diresse…”, dice Giovanni. In poche parole “durante un viaggio”. Fin qui niente di strano. Ma a voler ben guardare scopriamo che per Gesù si tratta di uno spostamento non desiderato, che va contro i suoi piani, quasi una fuga. La sosta, dunque, avviene nel bel mezzo di un viaggio forse non gradito. E avviene all’ora sesta (“circa mezzogiorno”), l’ora più calda del giorno, caratterizzata dalla mancanza di ombra e dal caldo soffocante. È l’ora in cui tutto si ferma, in cui non è buona cosa andare in giro per strada. In effetti l’incontro tra Gesù e la Samaritana avviene senza testimoni, senza che nessun altro passi dal pozzo di Giacobbe per attingere acqua o per riposarsi: i discepoli sono andati via e il resto della città è fermo per riposare nell’ora della canicola. Questo incontro che avviene nello spazio aperto è in realtà un incontro che si consuma a suo modo nel segreto, in una sua particolare intimità. Se volessimo sintetizzare in tre parole le condizioni in cui avviene questo incontro, non avremmo dubbi: nessuna condizione favorevole. Dal punto di vista di un calcolo puramente umano è un incontro destinato al fallimento sicuro. “Il pozzo è profondo”: il tema della profondità è strettamente correlato a quello della sosta. Quando abbiamo il coraggio e il tempo di fermarci, spesso, non sentiamo solo il bisogno di un riposo fisico, ma avvertiamo il desiderio di raggiungere quella parte di noi che ci sfugge, che non riusciamo mai a vedere quando corriamo troppo in fretta. Ma noi desideriamo soste per lo spirito?
Don Davide Caldirola
«Credo» è il titolo della nuova proposta: dal 18 febbraio al 27 marzo, ogni sera monsignor Delpini offrirà una breve riflessione a partire da una parola o una frase di una delle preghiere cristiane più antiche: il Credo, appunto nela formulazione del “Simbolo degli apostoli” .
I video verranno trasmessi alle 20.32 di ogni sera (cliccare qui) e su youtube.com/chiesadimilano (dove resteranno naturalmente disponibili anche successivamente), su Telenova (canale 18 del digitale), su Radio Marconi e i social diocesani.
Questione di punti di vista, ognuno ha il suo modo di osservare il mondo e la gente intorno.
Come i moderni dispositivi inquadrano le immagini con filtri speciali, perfino truccando le foto, così ciascuno osserva (e spesso giudica) l’altro con occhiali personali: il vestito, il modello di cellulare, la pettinatura, la casa, la forma fisica, le parole come i pensieri, ed altro ancora diventano per noi dei criteri per guardarci addosso.
Succede invece, durante una visita alla Casa Paolo VI di Barzio, che mi imbatto in un’opera d’arte realizzata da don Stefano, che ci accompagnerà in questa quaresima: un crocifisso dipinto su una grossa tavola di legno, da cui è estratto un nodo lasciando uno spazio vuoto. In quel punto l’autore colloca la ferita del costato. Viene spontaneo guardare attraverso quell’apertura. Il senso è chiaro: è un invito ad osservare le persone attraverso quelle incisioni del nostro corpo che sono le ferite, a conoscerle dal punto di vista speciale del dolore.
Nella liturgia domenicale, il Signore Gesù ci accompagna con incontri e fatti concreti: il tentatore che lo ferisce con le sue proposte; una donna samaritana ferita nei suoi affetti; le ferite del peccato, nel litigio con persone che credeva amiche; una famiglia a cui muore il caro Lazzaro; un cieco dalla nascita, mendicante per strada; l’ingresso in una città ferita dall’oppressione. La via crucis sviluppa il dolore di Cristo, le sue piaghe raccontano le sue ferite fisiche ed interiori.
Ricordiamo anche San Francesco d’Assisi, che cambia vita grazie alle ferite di un lebbroso, e lo rende tanto sensibile al dolore da ricevere le stigmate nel 1224. Ecco, in questo tempo ci viene offerto un punto di vista che indica il cammino verso la Pasqua. La Resurrezione non toglierà le ferite, Gesù si ripresenterà ai suoi con le sue piaghe, ma saranno come cicatrici di vita vissuta e ritrovata.
Cominciamo dunque il nostro percorso verso la Pasqua, sbirciando il mondo da quell’angolino delicato delle nostre ferite. Gli esercizi spirituali parrocchiali e cittadini ci introducono e ci danno una bella spinta!
Buon cammino, don Andrea
Crocifisso dipinto da don Stefano
Una bella opportunità per conoscere questa giovane santa, con una mostra e un incontro di presentazione.
Dal 20 febbraio al 1° marzo al Pertini: esposizione della mostra (ore 17 visita guidata)
Sabato 24 febbraio ore 16.00: incontro di approfondimento “S. Teresa, la pallina di Dio con la passione per il mondo”.
Vedi volantino
Ore 7.45 partenza.
Tour guidato (Abbazia, sant’Andrea, Cattedrale sant’Eusebio, ghetto ebraico e vie centrali)
Pranzo tipico vercellese: antipasto, panissa (riso con fagioli e salame), e/o risotto con zucca (scegliere all’atto dell’iscrizione), torta tartufata…
Pomeriggio: Visita all’Abbazia di S. Nazzaro e S. Celso a Nazzaro Sesia
Ore 17.00 s. Messa; al termine rientro.
Costo 50 €. Iscrizioni entro il 19 marzo (e fino esaurimento posti).
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