Verso mezzogiorno: l’ora della sosta (Gv 4.1-30)

Il luogo della sosta
L’incontro di Gesù con la Samaritana. La nota iniziale è generica, e solo in parte veritiera: «Doveva attraversare la Samaria». Ci sono altre strade che dalla Giudea conducono in Galilea; quel «bisognava che attraversasse» ci appare più una necessità della grazia che della geografia. È un po’ come se la Samaria fosse un luogo di richiamo per Gesù, o più precisamente un luogo di agguato della grazia, una sorta di strettoia che lo Spirito fa percorrere a Gesù perché nella sosta del viaggio possa avvenire un incontro. Ci troviamo nella città di Sicar, luogo storico, rappresenta un pezzo della storia della salvezza. Gesù non matura questo incontro in una sorta di «terra vergine», ma in un pezzo di «terra sacra», che Dio abita da tempo. Il pozzo è la terza nota che Giovanni ci regala ed è di densità singolare: nella tradizione giudaica il pozzo è simbolo della legge, della sapienza, della rivelazione di Dio. È come se Giovanni ci dicesse: chi impara a sostare presso l’acqua del pozzo entra nei segreti della rivelazione dell’incontro. Chi corre, o si lascia prendere da altre preoccupazioni, viene escluso da questa profondità, da questi segreti. La sosta di Gesù permette di trovare quell’autentica «provvista», quel vero nutrimento che la preoccupazione dei discepoli non riesce a regalare.
Il tempo della sosta
“…lasciò allora la Galilea e si diresse…”, dice Giovanni. In poche parole “durante un viaggio”. Fin qui niente di strano. Ma a voler ben guardare scopriamo che per Gesù si tratta di uno spostamento non desiderato, che va contro i suoi piani, quasi una fuga. La sosta, dunque, avviene nel bel mezzo di un viaggio forse non gradito. E avviene all’ora sesta (“circa mezzogiorno”), l’ora più calda del giorno, caratterizzata dalla mancanza di ombra e dal caldo soffocante. È l’ora in cui tutto si ferma, in cui non è buona cosa andare in giro per strada. In effetti l’incontro tra Gesù e la Samaritana avviene senza testimoni, senza che nessun altro passi dal pozzo di Giacobbe per attingere acqua o per riposarsi: i discepoli sono andati via e il resto della città è fermo per riposare nell’ora della canicola. Questo incontro che avviene nello spazio aperto è in realtà un incontro che si consuma a suo modo nel segreto, in una sua particolare intimità. Se volessimo sintetizzare in tre parole le condizioni in cui avviene questo incontro, non avremmo dubbi: nessuna condizione favorevole. Dal punto di vista di un calcolo puramente umano è un incontro destinato al fallimento sicuro. “Il pozzo è profondo”: il tema della profondità è strettamente correlato a quello della sosta. Quando abbiamo il coraggio e il tempo di fermarci, spesso, non sentiamo solo il bisogno di un riposo fisico, ma avvertiamo il desiderio di raggiungere quella parte di noi che ci sfugge, che non riusciamo mai a vedere quando corriamo troppo in fretta. Ma noi desideriamo soste per lo spirito?
                                                               Don Davide Caldirola

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