Gemme Pasquali

Nel trambusto di quei giorni tremendi, culminati nel buio tossico del Venerdì Santo, nessuno ci aveva fatto caso. Voglio dire, erano successe cose spaventose tra gli uomini, e la Nera Signora della morte camminava indisturbata per le strade. Aveva peraltro molti discepoli: chi fa le guerre, chi produce le armi, chi vuole conquistare nuovi territori, chi avvelena il mondo con rifiuti pericolosi, chi uccide perfino le persone amate in passato. Proprio per questo nessuno badava alle foglie degli alberi, il cui verde brillante ingialliva fino a seccare; nessuno badava ai fiori i cui petali scolorivano e cadevano a terra; nessuno badava alle rondini che non trovavano gusto a riprendere i voli nella tempesta; nessuno badava al silenzio dei galli dormiglioni perché la notte non voleva cedere all’alba. Tutto questo era il segno della tristezza di Dio. Il mondo che Lui aveva sognato per suo Figlio e i figli degli uomini si era riempito di urla insopportabili e di natura morta. C’era davvero rimasto male e si era chiuso in un profondo silenzio. Sai che magone gli era venuto a vedere tutto il bene sprecato? Ma la vita doveva ripartire e questo era il suo dubbio: bastava riportare alla luce il Figlio dal sepolcro? Non occorreva piuttosto una resurrezione collettiva? Fu allora che bussò alla porta l’angelo del giardino con le mani sporche di terra: “io ti aiuterò a ridare energia alle piante, colore ai fiori e la brezza tornerà a ridare freschezza ai respiri umani”. L’angelo direttore dei cori celestiali, con la sua bacchetta di legno, lo seguì: “io ti aiuterò a riportare il canto sulle labbra degli uomini, invece di urli e lamenti, e la voce dei bambini sarà musica e dolcezza”. L’angelo della speranza si accodò: “io ti aiuterò ad annunciare il bel tempo, il sole che scalda e scatena i mille voli dei passeri in cielo”. Molti altri angeli volevano aiutare a riportare vita ovunque così che la pallida tristezza di Dio si sciolse in un sorriso leggero. Infine guardò il Figlio, ancora più bello in quel nuovo contorno di vita e gli scappò un guizzo di commozione: ci vuole una poesia! Così pensò al genere umano ancora capace di usare parole nobili e scelse queste righe preziose:
«Vai, vai leggero, dietro il vento, il sole e canta! Vai, saluta tutti, canta il sogno del mondo: che tutti i paesi si contendano di averti generato!» (Padre Turoldo)
Buona Pasqua agli angeli che non si accontentano di mangiare l’uovo di cioccolato, ma aiutano a riempire il mondo di nuova vita!
Suor Giovanna, suor Donatella, don James, don Andrea
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