Cronache di San Pio X: settembre-dicembre 2024

Registriamo in poche righe alcuni istanti vissuti insieme, con l’intenzione di custodire nella memoria la vita e la fede condivisa.

Questo è il racconto che riguarda la nostra comunità: una cronaca non nera, bensì multicolore, che rimane affidata a ciascuno di noi.

  • Settimana settembrina: cominciamo a radunare i bambini della catechesi, in giorni sereni prima dell’inizio della scuola. Scopriamo la figura bella di san Filippo Neri sulle note di una canzone che già ci rallegra.
    Ci accorgiamo di quanta cura la nostra comunità dedica ai piccoli?
  • Pellegrini di speranza: la nostra festa patronale di San Pio X e l’inizio dell’anno d’oratorio sono legati al lancio del Giubileo. Viviamo questi giorni con affettuosa partecipazione di tanti amici, una cucina che raccoglie tutte le età e sforna prelibatezze per molti. “Camminare” è un verbo da compiere a piedi, simbolicamente dalla chiesa Regina Pacis. Scopriamo gli scacchi viventi, la sfilata delle stagioni, il racconto dei vari pellegrinaggi.
    Ci sentiamo portatori di speranza?
  • Esploratori dello spazio: il tema centrale della scuola dell’infanzia stimola i nostri piccoli ad educare il cuore al mondo più grande di noi, viaggiando in un cielo pieno di stelle e di sogni grandi. Ma si osa ancora guardare in alto?
  • Un banchetto per tutte le genti: il mese missionario comincia con l’anniversario di s. Teresa di Lisieux (della serie “persone come opere d’arte”) e la preghiera dei vesperi missionari. Continua poi con il racconto delle tre voci missionarie (persone vicine a noi con il cuore aperto al mondo), la veglia in Duomo e il pranzo pro OMG, il banchetto pro missioni e un bel film.
    Basterà questo per uscire dal nostro metro quadrato personale?
  • Semi e frutti dello Spirito Santo: celebriamo tre turni di Cresima dopo il ritiro spirituale a S. Eusebio e comincia il nuovo gruppo dei Preado 1. È il sacramento della fierezza cristiana.
    Che frutti ha prodotto in noi il dono dello Spirito Santo?
  • Preferisco il Paradiso: una musica ci contagia durante le giornate insieme dei gruppi di catechesi, con la celebrazione delle prime confessioni e la “consegna” della Parola di Dio. Spunta sull’altare anche la barca di Pietro. Grazie alla creatività dei catechisti! La castagnata è gustosa cornice a occasioni che riuniscono anche i genitori.
    Sappiamo riconoscere la bellezza quando la incontriamo? 
  • Essere dono: il percorso degli ado incontra realtà che spingono ad uscire da sé e dal proprio mondo piccolo. Si parla di Bangladesh, Senegal, Afghanistan e tanta carità. I tre giorni a Tortona e Genova ci aprono la porta della casa della Divina Provvidenza di don Orione e inaugurano i pellegrinaggi giubilari a gruppi.
    Siamo pronti per gesti grandi?
  • Pane e Parola: il corso di formazione rivolto ai ministri dell’Eucaristia e ai lettori, insieme con la partecipazione delle parrocchie del decanato, fa scoprire temi inediti. La Grazia Divina passa da chi offre le mani e la voce, e percorre i cuori in grande silenzio.
    Abbiamo nel cuore gratitudine per chi offre un servizio alla comunità?
  • Peppone e don Camillo: i due popolari personaggi creati dalla penna di Guareschi sono lo spunto per il caffè letterario e per il Sabatour a Brescello, caratterizzato da tanta pioggia e tanto gusto. Anche la visita al Villaggio Crespi ci porta dentro una storia mai abbastanza nota.
    Valorizziamo l’importanza della memoria?
  • Santificarsi con la pulizia: la storia umile di S. Martin de Porres nobilita chi pulisce la nostra chiesa ogni venerdì mattina e naturalmente apre l’invito a rendersi disponibili. È importante però anche che ognuno si impegni a mantenerla pulita!
    Ci sentiamo tutti responsabili in questo?
  • Il dono: le occasioni condivise con le associazioni del territorio ci riportano al valore del volontariato, della cura sociale, della generosità. Ci aiutano gli amici di Avis, Admo, Aido, Acli e delle vittime della strada. Ce lo ricorda la giornata del Banco Alimentare. Ce lo insegna la nostra Caritas. Il messaggio è comune: dare una mano e dare se stessi sono gesti che possiamo compiere proprio nel nostro quartiere.
    Ci facciamo almeno un pensiero?
  • Nel segno di Santa Cecilia: la patrona dei cantori e dei cori riunisce in una gustosa cena chi si offre per il canto liturgico durante le s. Messe. È un servizio che ci aiuta a pregare meglio. Fa bella figura anche il coretto dei piccoli nel breve concerto in Piazza Gramsci. Il nuovo canto del giubileo ci offre una nota tutta nostra.
    Ora stiamo cercando altri chitarristi e strumentisti: ci sarà qualcuno disponibile?
  • Attraversare la fragilità: succede quando ascoltiamo la voce di chi porta nella disabilità una fragilità umana. Accogliamo l’opera teatrale “Sara per il domani”; gli amici di Anffas, il Sorriso, associazione Sordi, Mirabilia Dei, preparano una commovente celebrazione; “con i nostri occhi” è l’inizio di incontri che ci educano al rapporto con i disabili.
    Non è che per caso si avvera quel detto per cui “gli ultimi saranno i primi”?
  • Primi passi CPP: la preghiera del nostro arcivescovo accompagna il discreto lavoro di pensiero del Consiglio Pastorale, che fabbrica strade e idee per il domani. Nel delicato rapporto tra tradizioni e novità, lasciamo che le riflessioni ragionevoli ci conducano su percorsi per il nostro tempo.
    Siamo aperti ai cambiamenti o ne abbiamo timore?
  • Oltre la porta, la speranza: il cammino di avvento è ritmato dall’apertura di ben 6+1 porte, opere d’arte che formano il nostro presepe e ci portano davanti alla Porta Santa del Giubileo. La speranza è il cardine di questo tempo prezioso e viene rimarcato da diversi aspetti: la presenza della Luce di Betlemme; la visita al Centro Diurno; le feste natalizie della scuola dell’infanzia; il bussare alle porte durante le benedizioni; la presenza straordinaria degli scout; i laboratori creativi; la preghiera dell’alba.
    Che cosa ci ha toccato di più?

    Come si nota, c’è stato un buon movimento e siamo dentro una storia che ha sempre molto da raccontare, ricordare, rendere forte. Coraggio dunque e avanti!
                                                                                            Don Andrea

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