Sarno, due cigni al posto dei rifiuti
Il signor Aniello, 56 anni, ex ispettore della Polizia ferroviaria, ha sempre saputo come avrebbe impiegato gli anni della sua pensione: salvando un pezzo di territorio dalla «monnezza». C’era, dalle sue parti, un corso d’acqua che era diventato «’na schifezza», come si dice in Campania. Siamo a Sarno, nel Salernitano, alle sorgenti dell’omonimo fiume che si è guadagnato il titolo di «più inquinato in Europa».Aniello Robustelli, nato lì sul Rio Palazzo, si ricordava di quando quella sorgente era bella e incontaminata. Si indignava per la spazzatura che la invadeva anno dopo anno, si industriava per fermarla, e mal digeriva le incursioni delle troupe televisive che venivano a documentare il degrado della zona. Aveva perfino promosso un comitato di quartiere nel rione Acquarossa (nome evocativo) in cui vive. E alla fine della sua carriera lavorativa, nel 2010, il poliziotto si è rimboccato le maniche. Un volontariato appassionato, il suo, come forse solo un pensionato può fare. Giorno dopo giorno ha ripulito il Rio Palazzo per l’intero corso, cioè circa mezzo chilometro, ci ha trovato dentro di tutto un po’, lo ha bonificato e, tocco finale, lo ha popolato di anatre, germani reali e due coppie di cigni. Là dove c’era la monnezza ora la domenica i genitori ci portano i bambini. Sul petto dell’ex poliziotto è una medaglia di orgoglio che si appunta ogni volta.
di Annalisa Guglielmino
Fonte: Avvenire del 15.4.2014 (dalla rubrica “Dulcis in fundo”)
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