Sabatour a Mantova del 18 marzo 2017

Nel giorno del santo patrono, S. Anselmo (il cui corpo è conservato in Duomo), abbiamo visitato Mantova, dal 2008 patrimonio dell’Unesco e Capitale Italiana della Cultura 2016.
Arrivati da Porto San Giorgio, da dove si ha una stupenda visione della città, ci siamo diretti verso piazza Sordello per uno sguardo d’insieme sul Duomo, sui palazzi adiacenti e sul Palazzo Ducale.

Il DuomoBonacolsi, dedicato a san Pietro , presenta un campanile romanico, un lato in stile gotico ed una facciata nuova in stile rinascimentale, che ha sostituito la precedente gotica visibile nel celebre dipinto ad olio “La cacciata dei Bonacolsi”, conservato a Palazzo Ducale .
Il palazzo adiacente, in stile neoclassico ha ospitato per il periodo in cui è stato vescovo di Mantova il nostro Pio X (papa Sarto).

Abbiamo iniziato con la chiesa di San Lorenzo, dedicata ad uno dei primi martiri cristiani, a pianta circolare, in quanto nei primi secoli si continuò la tradizione antica del tempio circolare secondo il concetto della filosofia   per cui ciò che è perfetto è finito, per cui niente più perfetto del cerchio.
Abbiamo visitato poi la Basilica di Sant’Andrea, progettata in stile rinascimentale da Leon Battista Alberti e realizzata anni dopo la sua morte .

Il tour è proseguito, con guida, a Palazzo Ducale, uno stupendo complesso architettonico costituito da numerosi edifici collegati tra loro: vista la complessità della visita, Don Emilio è rimasto in giardino a leggere.
oculoNaturalmente il gioiello del Palazzo è la Camera degli sposi del Mantegna, dedicata a Ludovico Gonzaga , a sua moglie Barbara, figli e servitù.
Al centro della volta si trova il famoso oculo, un tondo aperto illusionisticamente verso il cielo.
Qual è il suo significato? Secondo la guida il Mantegna vuole lodare la trasparenza dell’operato di Ludovico che vive e governa alla luce del sole, così che tutti possano vedere.
La stanza affrescata non era un luogo privato ma un luogo di lavoro del signore di Mantova.

Passando poi attraverso l’ampia e verde piazza siamo saliti alla chiesa di San Leonardo, nel cui oratorio siamo stati ospitati per il pranzo al sacco.

Tornati in centro nel pomeriggio, percorrendo a piedi la strada del PrinciPalazzo Tepe, con breve sosta per ammirare il cortile della casa del Mantegna (interessante la forma del cortile circolare iscritto in un quadrato), siamo giunti al monumentale Palazzo Te, il luogo del riposo e dello svago di Federico II Gonzaga, figlio di Isabella d’Este, che qui fu investito della carica di Duca da Carlo V.
Il palazzo, voluto per ospitare l’amore tormentato e contrastato di Federico II per Isabella Boschetti, fu disegnato da Giulio Romano, allievo di Raffaello, che lo realizzò ed affrescò con i suoi aiuti.
Magnifica la sala di Amore e Psiche che raffigura l’amore tormentato ma alla fine trionfante e la Sala dei Giganti, col mito di Giove che schiaccia i giganti che vogliono insidiare la sua posizione di supremazia dell’Olimpo.

Il sabatour si è poi concluso con il ricordo da parte del don di una illustre figura di donna del medioevo, figlia e signora delle terre che abbiamo visitato:    Matilde di
matildedeigratiaCanossa,
la contessa che tenne per tre giorni l’imperatore Enrico IV davanti al portale d’ingresso prima di riceverlo; donna di grandi possedimenti e potere, si firmava con una croce nei campi della quale scriveva “Matilde, che se è qualcosa, lo è per grazia di Dio”.
Questo dovrebbe essere, secondo don Emilio l’atteggiamento giusto di ogni Cristiano: rendere grazie a Dio per quello che si è.
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