Pellegrinaggio all’Abbazia di Disentis (Coira) del 12 novembre 2016

Tutti sul pullman, una preghiera, il segno della Croce e … partenza.   Con un pellegrino d’eccezione: Mister Trapattoni!!

Alle prime luci dell’alba ecco apparire alla nostra sinistra il massiccio del Monte Rosa, che si mostra tinteggiato di rosa. Nessun nome pare più azzeccato, anche se in realtà non deriva dalla colorazione che il monte prende all’alba e al tramonto.
La giornata pare bella e il paesaggio è da ammirare: passiamo velocemente dai cacquaolori autunnali dei declivi montagnosi attorno al Lago di Lugano alle prime spruzzate di neve appena varcato il confine svizzero.

Il viaggio si snoda attraverso  bellissimi ed eterogenei panorami: laghi e montagne con vette innevate, boschi di conifere, in uno scenario incantato dove ogni tanto compaiono specchi d’acqua con lingue di ghiaccio.
Sui pendii innevati piccole malghe dove ti aspetti di veder spuntare Heidi da un momento all’altro.
vettaAttraversiamo il passo del San Bernardino che collega Bellinzona a Coira, comune svizzero del Cantone dei Grigioni, di cui è il capoluogo.   E’ considerata “La città più vecchia in Svizzera” ed importante luogo di villeggiatura, raggiungibile anche col trenino rosso dell’Abula.
Ed ecco che poco dopo, sopra l’abitato di Disentis, si staglia la sagoma imponente dell’abbazia benedettina che domina il borgo, un grande edificio barocco, costruito sul fianco della montagna.

Un ripido viottolo ci conduce all’ingresso della Chiesa Abbaziale.  Ad attenderci c’è Padre Teo ed il sig. Silvio Bernasconi che ci farà da traduttore dal Tedesco.
Secondo la tradizione, l’abbazia fu fondata intorno al VII secolo da Placiinternodo e Sigisberto, che ne sono anche i patroni, assieme a Santa Maria, san Martino e san Pietro.
L’edificio attuale con la chiesa, fu costruito nel 1683-95.   L’imponente facciata è fiancheggiata da due campanili, purtroppo attualmente impacchettati per restauri.
La parte di maggior interesse è costituita dalla Chiesa abbaziale.
L’interno ad una sola navata, di stile barocco ricco di ori, è decorato a stucchi ed affreschi restaurati dopo l’incendio subito nel 1799 ad opera delle truppe napoleoniche.

Pregevoli inoltre le tribune impreziosite da due begli organi, pure barocchi.
Il 28 agosto 1581 San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano giunse a piedi all’abbazia dal passo del Lucomagno e vi soggiornò.

organoManca poco a mezzogiorno e la spiegazione viene momentaneamente interrotta perché i monaci si riuniscono nel coro superiore della chiesa per la preghiera dell’ora media. Cantano i salmi in gregoriano ed è uno dei momenti di raccoglimento che scandiscono la vita quotidiana dell’abbazia.

Al termine veniamo accompagnati a pranzo: il ristorante è gestito dal sig. Bernasconi, ticinese di Mendrisio, che da quattro anni lavora presso l’abbazia, con grande capacità di accoglienza, accompagnata da una mentalità manageriale per permettere all’abbazia di trovare nuove entrate per poter finanziare le attività e provvedere ai vari restauri.

Per questo all’interno dell’abbazia vi è anche un scuola liceale, la più antica delle Alpi, dove hanno studiato molte personalità importanti della regione. Col calo demografico si rende necessario reperire fuori dalla regione altri studenti. La sfida è farsi conoscere e posizionarsi sul mercato di altri continenti con proposte nuove che attirino studenti stranieri. Attualmente ci sono anche studenti cinesi.cristalli

Il Museo, sito ai piani superiori, espone la storia dell’Abbazia, l’arte sacra e le usanze cristiane, oltre ad offrire una collezione di storia naturale basata sui cristalli e sui minerali, nonché sugli animali che popolano la regione.

Una grandIMG_7828e luna in cielo, che non è proprio la superluna ma le assomiglia, ci accompagnerà per buona parte del viaggio di ritorno.

 

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