Pellegrinaggio a Pavia e Certosa del 11 gennaio 2014

Una leggera ed un po’ fastidiosa pioggerella non ci ha impedito di apprezzare le bellezze di questa antica e nobile città sul Ticino, che fu capitale del regno longobardo per due secoli, fino al 774, quando venne conquistata da Carlo Magno; nel 1360 fu annessa al Ducato di Milano, sotto il dominio della famiglia Visconti.
Pavia è una delle tappe importanti sulla via Francigena, cammino di pellegrinaggio per Roma.
Le origini antiche e un passato di grande importanza hanno lasciato a Pavia un patrimonio artistico notevole.

Oro (4)Una prima occhiata all’imponente Castello Visconteo, dove il pullman ci ha “sbarcato” per proseguire poi verso la romanica-lombarda basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, le cui origini sono da ricercarsi all’inizio del VII secolo da parte dei monaci di San Colombano, anche se la costruzione moderna risale al 1132; il nome deriva dal soffitto ligneo della chiesa paleocristiana che era decorato con tinte di color oro.
Nel presbiterio sopraelevato, domina l’Arca in marmo di Carrara, capolavoro della scultura lombarda del Trecento.
Statue e bassorilievi, rappresentano episodi della vita di Sant’Agostino:
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la conversione, il battesimo amministrato da S.Ambrogio e i miracoli dopo la morte. Essa è inoltre una piccola illustrazione enciclopedica delle virtù teologali, cardinali e monastiche.
I resti del Corpo del Santo sono conservate dentro un’urna nel basamento dell’Arca, traslate dalla Sardegna a Pavia.

La visita è proseguita poi alla chiesa di Santa Maria del Carmine, uno dei più noti esempi di architettura gotica a mattoni nel nord Italia. Dopo la Cattedrale, è la più vasta chiesa della città: la facciata è caratteristica per il grande rosone e le sette guglie. L’elegante campanile, alto oltre settanta metri, è considerato il maggiore e il più bello della città.

Ed eccoci ora al Duomo, dedicato a Santo Stefano e a Santa Maria Assunta, un’imponente costruzione rinascimentale, con pianta a croce greca; la cupola, a pianta ottagonale, è alta 97 metri, con una luce di 34 metri. A fianco del Duomo era situata la Torre civica che crollò la mattina del 17 marzo 1989 provocando quattro vittime e 15 feriti. Da allora non è stata più ricostruita.

La mattinata termina con la basilica di San Michele Maggiore, il più famoso ed importante monumento religioso medievale della città. michel3Capolavoro dello stile romanico lombardo, la chiesa raccoglie numerose testimonianze del periodo in cui Pavia era la capitale del regno italico. La basilica ospitò nei secoli fastose cerimonie ed incoronazioni; tra queste si cita l’incoronazione di Federico Barbarossa.
Sul pavimento del presbiterio, sopraelevato, un bellissimo mosaico, purtroppo non visibile integralmente, i cui personaggi rappresentano i mesi dell’anno e sono collocati in nicchie entro piccole arcate sostenute da colonnine con capitelli; il Re Anno al centro, sta seduto maestosamente sul suo trono, tenendo un globo ed uno scettro.

2014.01.11 Pavia S. Michele Maggiore (10)

Sotto il mosaico un labirinto che richiama quello di Creta e la leggenda del Minotauro, ucciso da Teseo che, grazie al filo di Arianna, dopo aver soppresso il mostro, riesce ad uscire dal labirinto sano e salvo. Il labirinto è generalmente assunto a simbolo della difficile e faticosa ricerca dell’uomo e del suo percorso attraverso i misteri della vita

Ci avviamo poi verso il Ticino, dove saremo prelevati dal pullman per andare in un oratorio e consumare il nostro pranzo al sacco. Un sguardo merita Il Ponte Coperto (detto anche Ponte Vecchio) a cinque arcate, che collega il centro storico cittadino e il resto della città (situato sulla riva sinistra del Ticino), con il pittoresco quartiere di Borgo Ticino.

A otto chilometri da Pavia sorge la splendida Certosa, un complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario: nel 1866 fu dichiarato monumento nazionale e acquisito tra le proprietà del demanio dello Stato; dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense. Durante la nostra visita pomeridiana infatti siamo stati accompagnati da un frate eritreo, con tanto di cappello e maglione per difendersi dal freddo glaciale all’interno della struttura.images

Edificato per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, alla fine del XIV secolo, e completato quasi due secoli più tardi, assomma in sé diversi stili, dal tardo-gotico italiano al rinascimentale, e vanta apporti architetturali e artistici di diversi maestri del tempo.
La chiesa ha pianta a croce latina divisa in tre navate con abside e transetto, coperta da volte a crociera su archi a sesto acuto, ispirata, seppure in scala ridotta, alle proporzioni del Duomo di Milano.
Le volte sono dipinte alternativamente con motivi geometrici e con un cielo stellato; la chiesa Volta della Certosacontiene numerose opere d’arte del Perugino, Bergognone, Guercino, ecc.

Nella parte sinistra del transetto si trova il coperchio del monumento funebre di Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice d’Este.

All’esterno, il chiostro piccolo era il luogo in cui si svolgeva gran parte della vita comunitaria dei monaci: questo collegava, con i suoi portici, ambienti come la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca ed il refettorio.

Da esso si vede il fianco ed il transetto della chiesa, con le guglie, le loggette in stile “neoromanico” ed il tiburio. Un tempo tutti i tetti erano ricoperti di rame, sequestrato durante le guerre napoleoniche per la costruzione di cannoni.

cellette paviaNel Chiostro Grande si aprono invece 24 celle o casette, abitazioni dei monaci, ognuna costituita da tre stanze e un giardino. Di fianco all’ingresso delle celle, è collocata una piccola apertura attraverso la quale il monaco riceveva il suo pasto giornaliero nei giorni feriali, in cui era prescritta la solitudine. Per i pasti comunitari, ammessi solo nei giorni festivi, ci si riuniva nel refettorio.

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