L’Avvento nel rito ambrosiano
Nell’Avvento il popolo cristiano si dispone a rivivere la “pienezza dei tempi” alla luce dell’attesa escatologica che orienta il cammino dei credenti nella storia e li guida verso il loro definitivo riscatto nel trionfo glorioso del Signore. Nel rito ambrosiano questo periodo, è di durata analoga alla Quaresima (sei settimane): prende avvio la domenica successiva alla festa di S. Martino (11 novembre) e termina prima della celebrazione vespertina vigilare di Natale.
Il tempo di Avvento ha il duplice carattere: penitenziale e gioioso. Nella sua ufficiatura si utilizza il color morello e, nella Messa, si omette il Gloria, ma si canta l’Alleluia.
Storicamente, l’Avvento, come tempo di preparazione alla festa di Natale, è nato e si è sviluppato sul modello della Quaresima. Come la Pasqua di Risurrezione, principale festa dell’anno liturgico, prevede un periodo di preparazione (la Quaresima appunto), così, attorno al secolo VI, la liturgia sentì il bisogno di un periodo di preparazione anche per la seconda grande festa dell’anno liturgico, cioè il Natale.
E come la Quaresima è scandita su sei domeniche, anche l’Avvento fu strutturato su sei domeniche. Fu attorno al secolo VII-VIII che la Chiesa romana accorciò l’Avvento a quattro settimane, e quest’uso si diffuse poi in tutta la Chiesa latina occidentale, con l’unica eccezione di Milano, dove si conservò la tradizione più antica, quella appunto delle sei domeniche, che da allora fu definita “Avvento Ambrosiano”.
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