La voce del Presepe

 

Per visitare il nostro presepe parrocchiale clicca quì

Succede ancora oggi, al visitare un bel paesaggio. Per esempio, un villaggio di montagna, case dal colore del legno, prati imbiancati di neve, e aria saporita di silenzio. Oppure un borgo antico, di pietre e viuzze strette, fiori rossi qua e là, arroccato sul fianco di una collina. Vien da dire: “è tanto bello che sembra un presepe!”. Eppure, ci fu un tempo in cui il presepe non c’era, e non si sapeva terminare la frase. Infatti, la gente, incantata per le bellezze che il buon Dio ci offre, rimaneva sospesa: “questo posto è tanto bello come… come… boh! Come che cosa?”. Così, pur festeggiando il Natale nelle chiese com’è buon costume, le famiglie sentivano come un vuoto in casa propria, un’assenza, come il bisogno di una voce divina che risuonasse nel focolare. Eppure, ci provavano: al posto dei soprammobili ci mettevano un fiore, una pianta, una candela. Poi il fiore appassiva, la candela si consumava e lo spazio vuoto si riempiva di calze da riparare, chiavi di casa, bollette da pagare. La poesia del Natale finiva lì. Finché a San Francesco venne un’idea, quando tornando da Betlemme a Greccio propose di ricostruire la scena della nascita di Gesù. La gente si accese di fervore: gli uomini si vestirono da pastori, le donne da stelle, i bambini da angeli. Una famiglia con il bambino neonato rappresentò la Santa Famiglia. Non era del tutto perfetto: tra gli uomini infatti c’erano antiche ruggini, tra le donne si litigava per essere la stella più bella, i bambini si facevano dispetti. Francesco capiva che c’era molto da fare per perdonarsi. Ma in generale regnava lo stupore, infatti a tutti venne da dire: “che bello! Sembra un presepe!” Era tutto così vero che al bambino fu necessario cambiare il pannolino. Il vecchio Gilberto, ben ispirato, con le sue mani di scultore scolpì la scena nel legno, come un’antica foto, e la pose sul mobile, tra la pianta e la candela.
Gli altri, vedendolo, ne vollero uno simile. Da allora questo segno riempie il focolare e parla segretamente ai nostri cuori. Eccetto naturalmente quando ci si dimentica di esporlo o si è troppo impegnati a fare le guerre.
Buon Natale!
        Don Andrea con don James, don Marco e don Luigi, suor Giovanna e suor Donatella.

Nessun commento

Aggiungi commento