In cammino coi Santi: Pellegrinaggio Loreto-Assisi-Cascia-La Verna

Assisi

1° giorno, Martedì 27 Febbraio

Alle 5.30 del mattino, come ombre con gli ombrelli ci muoviamo al pullman. Infatti piove, e le previsioni sembrano pessime. Partenza sprint, con il portellone del pullman aperto… Nessun problema comunque. Raccogliamo i pellegrini delle parrocchie e siamo in viaggio. Ci segue il pulmino di Sant’Ambrogio, guidato dal decano, niente meno.
Chi siamo intanto? Come autista, Monica, bresciana di Brescia, certamente non altoatesina; Flo, l’accompagnatrice romena, giunta nella notte buia da Gallarate; i parrocchiani di San Pio x, Sacra Famiglia, Sant’Ambrogio, San Giuseppe, con don Federico e don Andrea; suor Donatella, figlia di Maria Ausiliatrice e suor Gianna, nel suo 60 anniversario, missionaria del Pime in Guinea Bissau. Le nostre hostess Giacoma e Antonella ci aiutano a scaricare le app della liturgia delle ore. Partiamo così con le lodi. E il viaggio ci benedice. Smette di piovere, vediamo il mare, e arriviamo a Loreto.
Pronti via e il primo frate ci sgrida: chiacchieriamo un po’ troppo… La santa messa nella cripta del crocifisso, un’opera d’arte deliziosa segna la prima tappa. Qui ricordiamo che a Dio piace essere presente in casa. Infatti qui tutto richiama la casa di Nazareth. La devozione a Maria, qui rappresentata come Madonna Nera, richiama spesso tanti ammalati. Qui preghiamo per le nostre famiglie e per le nostre case, dove desideriamo la presenza di Dio. Un gruppo di polacchi neocatecumenali occupa la navata centrale, facciano pure, noi si va a pranzo. La cittadina è tranquilla e silenziosa, tutta per noi. Al pomeriggio incontriamo la guida, che ci accompagna nella visita alla Santa Casa, le pitture e il coro monastico. Infine, ripartenza per Santa Maria degli Angeli. Cena e nanna.

2° giorno, Mercoledì 28 febbraio

Assisi domina la valle, partiamo presto per la Santa Messa nella basilica inferiore, non piove ma chissà. Si vede che questo scoraggia i turisti: infatti ci siamo solo noi in chiesa, dove preghiamo per le nostre parrocchie e oratori. Le due guide Paolo e Cinzia, ci svelano i segreti di San Francesco e Santa Chiara. Suggestivo il momento alla tomba del Santo, sepolto con i suoi quattro primi amici, e con la teca di donna Jacopa dei Sette soli, che cucinava i biscotti al Poverello. La spiegazione della basilica, cominciata a costruire dopo la sua morte, sul colle dell’inferno (dove si seppellivano i criminali), richiama artisti da tutt’Italia ed Europa: si capisce che stava succedendo qualcosa di grande, non solo per la vita di Francesco, Santo in soli due anni, ma anche per i velocissimi cambiamenti nella chiesa. Chiara vedrà tutto questo dal suo monastero, e sopravviverà a Francesco altri 30 anni. Scopriamo che è un po’ bruttino e con le orecchie a sventola.
Pranzo a base di salsa norcina, e ripartenza coi pulmini a San Damiano, dove Chiara e le sue sorelle consumano i gradini del monastero .
Anche a lei viene dedicata una chiesa, dove si custodisce il suo corpo e la croce di San Damiano, che parlò a Francesco. Completiamo con la visita a santa Maria Maggiore, con la presenza del ragazzo Carlo Acutis, nel santuario della Spoliazione, dove Francesco consegna gli abiti al padre. Un ventaccio, meglio fratello vento, ci costringe a rientrare in albergo… Va bene per la pausa idraulica e una prima visita a Santa Maria degli Angeli dove si custodiscono la Porziuncola, la cappella del tránsito ed il roseto: concludiamo con i vesperi, un po’ lunghi, qualcuno si appisola. Cena, partita dell’Inter e a dormire.

3° giorno, Giovedì 29 Febbraio

Cominciamo con la Santa Messa in Santa Maria, con un frate venezuelano della locale parrocchia. Tempo per le compere e poi via, verso Cascia, città di Santa Rita delle cose impossibili. Attraversiamo la selvaggia valle Nerina, sorella pioggia ci accompagna, ma all’arrivo è rimasta solo qualche goccia. Il tempo per andare in centro e comprare prodotti locali, tipo salami dai nomi virtuosi e biscotti, secondo la tradizione norcina e con il segno delle rose di Santa Rita. Totale: il primo negozio è preso d’assalto, affari d’oro per il salumaio… Un po’ meno il secondo negozio. L’ora del pranzo giunge implacabile, una portata dietro l’altra fino al fatidico tiramisù. Ci raggiungono Paolo e Barbara, le due guide. Insieme raggiungiamo il santuario. Intanto si digerisce. Nella basilica inferiore conosciamo un miracolo eucaristico: un’ostia consacrata destinata a un malato, che un sacerdote per la fretta inserisce nel breviario, si macchia di sangue… E anche il breviario… Chissà la faccia del sacerdote… Nella basilica superiore invece si conserva il corpo intatto di Santa Rita, meta di numerosi pellegrini… Fa pensare che i casi impossibili siano molti. Preghiera personale, specialmente per i malati e per la pace, poi una volontaria ci accoglie nel monastero e ci racconta la storia. Nel cortile una vite: era un ramo secco che Rita, per obbedienza, innaffia ogni giorno. Ora ha più di 400 anni e ancora da frutto. Qualche acino lo regalano al papa. La visita termina con l’acquisto dei biscotti delle api, i bambini raccolti dalle loro solitudini. Torniamo ad Assisi, e i piccoli borghi della valle si accendono. Avranno ancora fame i nostri pellegrini? Di fatto, cena in leggerezza, e serata di racconti: già a tavola e poi in gruppo mettiamo in comune le pagine di questi giorni, ognuno ha qualcosa da dire. Poi, a dormire.

4° giorno, Venerdì 1 Marzo

Ciao Assisi! Cosa sarebbe questa città senza i santi Francesco e Chiara? Probabilmente un piacevole borgo turistico umbro dove mangiare prodotti locali, nulla più. La storia dei due invece le ha dato un lustro, una ricchezza e una benedizione uniche al mondo. La salutiamo quindi, con un bel ricordo e il desiderio di ritornarci. Intanto prendiamo la via del ritorno a casa, con il passaggio a La Verna, luogo dove San Francesco riceve le stigmate. Intanto meno male che c’è il pulmino: infatti la batteria del pullman è scarica!
Secondo il meteo, quest’ultimo doveva essere il giorno più soleggiato. Infatti piove, e l’atmosfera che anticipa il monastero è nebbiosa, cala suggestiva sulla boscaglia selvaggia che circonda la strada. Oltre a questo, il freddo: a quasi 1200 metri usciamo dal pullman come marmotte dalle tane. Ci accoglie la gentile suor Daniela, francescana di Verona: in basilica ci racconta la storia di Francesco, la sua desolazione per la svolta imprevista del suo ordine che lo rifiuta, la vicinanza del fedele frate Leone, la ricerca della perfetta letizia. Qui Francesco, in piena crisi, riceve le stigmate, chiedendo di sentire nel suo corpo il grande dolore della sua passione e l’amore grande con cui ama, nonostante tutto. Ascoltiamo volentieri la suora, ci parla in modo riposante. Poi cominciamo la via crucis fino alla cappella delle stigmate, che custodisce un metro quadro di terra, protetto da un vetro e una lampada. Il resto è visita del luogo, il letto del Santo tra le pietre franate, il sasso spicco, la chiesetta di Santa Maria degli Angeli. Un luogo decisamente austero e silenzioso, e comunque diverso dal tempo di Francesco, che qui trovava solo pietre ed alberi. E certamente più freddo. Infine il pranzo, e il ritorno. A Cinisello, a quanto pare, piove. Benedetta sorella pioggia!
                                                                                       Don Andrea

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