Il sogno di Giuseppe

Tra i testimoni d’Avvento, tra coloro che rendono, «testimonianza alla luce» e ci accompagnano al Natale, entra Giuseppe, uomo giusto che sogna e ama. Nessuna parola di lui è registrata nel Vangelo; il suo linguaggio è il silenzio, è l’ascolto di voci che gli parlano nel sonno, è l’obbedienza pronta e generosa, è il lavoro manuale espresso nelle forme più modeste e più faticose, quelle che valsero a Gesù la qualifica di «figlio del falegname».
Giuseppe è l’uomo dei sogni; è l’obbediente che accoglie integralmente la volontà di Dio; è l’uomo che sa “prendere con sé”, cioè sa prendersi davvero cura delle persone affidategli. Ci vuole coraggio per sognare, non solo fantasia. Significa non accontentarsi del mondo così com’è.    Certo, anche a lui la notizia del bambino che stava per nascere pareva impossibile. Eppure, Giuseppe non si perde nelle sue paure e nei suoi calcoli, e si apre alla parola del Signore: “Non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Davanti a questa parola Giuseppe fa silenzio; neppure un sospiro esce dalla sua bocca. “Era giusto”, commenta l’evangelista: era uomo di fede, uomo che sa fare silenzio davanti alla parola di Dio che salva. Per Giuseppe la profezia del bambino non è una nostalgia impossibile, ma è la promessa reale e concreta che Dio fa ad ogni uomo. Con lui anche noi, oggi, abbiamo la possibilità di credere alla promessa di Dio.
Una promessa che ha il volto di un bambino, una promessa di gioia, che oggi ha pure il volto dei nostri bambini, raggianti in attesa del Natale. Una promessa che ha il volto del bambino, ma che non rimane racchiusa nel tempo dell’infanzia. Perché il bambino di Betlemme, Gesù, ci parla di una vita che può essere davvero buona, non solo quando si è piccoli, ma sempre, fino alla morte; anzi, addirittura oltre la morte. E così, allo stesso modo, i nostri bambini, con la loro gioia e la loro freschezza, ci parlano di una vita che, nonostante tutto, ha speranza: e non si tratta di una speranza passeggera o ingenua, come a volte noi pensiamo, ma di una speranza sicura, al di là di ogni male possibile.
La vicenda di Giuseppe illustra come Dio ci dà sempre la possibilità di scegliere. Ma ogni scelta che facciamo può modificare ciò che ci circonda. L’esperienza della visita degli angeli non è così comune: il nostro Messaggero quotidiano è la Parola, sulla quale riflettere e pregare.
La Parola e la preghiera ci guidano, mostrandoci come realizzare azioni di amore verso la comunità.

Suor Giovanna

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