ECCO – Piccola storia natalizia
Un giorno l’accademia del dizionario propose una riunione di condominio, perché quel gran librone si stava popolando troppo e le parole non ci stavano più. Infatti, ogni tanto se ne presentava una nuova: qualcuna era straniera, ma ormai di uso comune; qualcuna era locale, inventata da giovani pieni di fantasia; qualcuna era clandestina, entrata nel linguaggio corrente senza permesso; qualcuna era difficile, complicava ciò che è facile; altre erano parolacce ma, si sa, erano sgradite. Inoltre, gli uomini, pur con un tale patrimonio di vocaboli a disposizione, ne usavano pochi per comunicare, quindi l’accademia si interrogò sulla questione. La discussione fu accesa, ognuno voleva dire la sua, e alla fine si decise che per restare nel dizionario ci volesse uno speciale passaporto. Molte parole furono allontanate, tra queste “ecco”, la quale si lamentava per il pessimo trattamento. Per tutta risposta ricevette un “sei solo un avverbio, o una interiezione, possiamo fare a meno di te!”. A nulla valse la sua difesa: “ma non vi siete accorti della mia presenza nel tempo di avvento?”. Infatti, ricorreva in diverse frasi: “ecco, sono la serva del Signore!” esclama Maria; “ecco cosa ha fatto di me il Signore” sussurra Elisabetta; “ecco, gli apparve un sogno un angelo!” raccontano di Giuseppe; “ecco l’agnello di Dio!” indica Giovanni Battista; “ecco, la stella si fermò…” registrano i Magi.
Nessuno le diede retta, così “ecco” se ne andò vagando, e a chi la incontrasse, diceva: “non c’era posto per me nel dizionario”. Per caso o per destino, “ecco” trovò un uomo e una donna in attesa di partorire, in cerca di una camera, ma “non c’era posto per loro nell’albergo”. Si sentirono subito in sintonia nelle loro vicende. Ora, in quel mondo che dichiarava alla famiglia un “possiamo fare a meno di te”, le stelle erano spente, gli angeli muti, i pastori addormentati. Non avendo altro da fare, “ecco” li accompagnò fino ad una stalla dove il bimbo nacque e fu posto là dove mangiavano le mucche e le capre. Nessuno sa spiegare come, ma tutto cambiò: le stelle s’accesero, gli angeli cantavano, i pastori si svegliavano. E il presepe si riempì di gente, anche da lontano. Una voce annunciò: “ecco, è nato per voi un Salvatore!”. Con sua grande sorpresa, “ecco” tornò al suo posto nel dizionario. Ma per la gratitudine rimarrà legata a Gesù, tanto che la ritroveremo nella sua passione (“ecco l’uomo!”) e nella sua Pasqua (“è risorto, ecco io ve l’ho detto!”).
Dedicato a chi porta luce natalizia nel mondo, che ne ha bisogno.
Buon Natale! Suor Giovanna, don Mathias, don Luigi, don Marco, don Andrea
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