Dalla ferita procurata dalla lancia osservate la gente

Una mezza giornata di ritiro alla casa Paolo VI di Concenedo, ci ha regalato tanti spunti per il nostro cammino con la Pasqua nel cuore. Accolti da don Stefano e da don Franco con un gradito caffè, siamo scesi nella cappella. Qui don Stefano ci ha descritto alcune opere da lui realizzate per la Settimana Santa: un dipinto su legno con le mani di Gesù che offrono il pane (l’Eucarestia) e le mani di Giuda, che stringono un sacchetto di denari, frutto del tradimento, per il Giovedì; una composizione di diversi materiali (legno, sassi) per il Venerdì santo, in cui due figure reggono la croce, Gesù e il Cireneo, non distinguibili l’uno dall’altro, e ci ricordano che Gesù ci è sempre vicino, anche se non ce ne accorgiamo; per il Sabato santo e la Pasqua, all’interno di una cassetta di legno don Stefano ha raffigurato Gesù chiuso nel sepolcro, e sul retro del coperchio lo stesso sepolcro vuoto, la pietra spostata da cui si riversa una luce abbagliante, e il sudario abbandonato. Infine, una tavola con i volti degli undici apostoli chiusi nel cenacolo e le mani di Gesù che appare loro e li abbraccia, dimentico dei loro dubbi, paure e tradimenti.
Don Franco ci ha raccontato la scritta posta sotto al crocifisso dipinto su legno, che ci ha accompagnato durante tutta la Quaresima nella nostra chiesa: “Dalla ferita procurata dalla lancia osservate la gente, continuate ad amarla con la vampa d’amore che arde nel cuore di Gesù.” Carlo Maria Martini pronunciò questa frase in occasione di un suo viaggio in Kenya: durante la visita alle missioni locali, si accorse che i missionari gli erano apparsi stanchi e demotivati, incapaci di amare la loro gente, poiché non vedevano alcun cambiamento, e si preoccupò molto. Così li esortò a cambiare prospettiva, e guardare le persone attraverso le ferite di Gesù, per accorgersi delle loro ferite e provare ad amarle senza pregiudizi, affidandole al Signore nella preghiera. Don Stefano pensò bene di porla a commento del crocifisso da lui dipinto. “Guardate le persone che incontrate attraverso le ferite di Gesù”: questo invito vogliamo farlo nostro come Caritas, ricordando le persone che si rivolgono al nostro centro di ascolto.
Dopo un buon pranzo, siamo tornati a casa con il desiderio di tenere nel cuore tutte queste riflessioni che racchiudono lo spirito della Pasqua, l’unico antidoto alle paure e alle ansie indotte da questi tempi bui. Grazie Signore per questa esperienza che abbiamo potuto vivere!
                                                                                                Gruppo Caritas

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