Corpo pasquale, corpo glorioso

“Troppo bello per essere vero”! La festa pasquale ci conduce all’incontro con Gesù risorto, ma risorto come? La Tradizione cristiana ci parla di “corpo glorioso”, così bello da renderlo meno riconoscibile. Un corpo che cammina, si lascia toccare, mangia, perfino le sue ferite aperte non fanno più male. Pasqua è resurrezione di un corpo, restituito alla sua naturalità, nella sua forma più sacra. Invita quindi anche noi alla riscoperta del nostro corpo, dalla sua vulnerabilità alla sua capacità di compiere gesti d’amore, di cura, di grazia, di trasmettere vita. Nel contesto di questo “rispetto del corpo”, vorrei entrare nel dibattito per un episodio di cronaca milanese. L’oggetto riguarda la collocazione di una statua che raffigura una mamma nell’atto di allattare. Una commissione di esperti ritiene che richiami “valori rispettabili ma non universalmente condivisibili”, quindi non adatta ad uno spazio pubblico. Una proposta successiva è di collocarla nel giardino della Mangiagalli, dove quel gesto è già comprensibile alle mamme che allattano. Come dire che altrove dà fastidio. Ma perché? Forse minimizza la figura della donna? Non è piuttosto vero che la completa e la arricchisce? È un gesto sacrale nella sua naturalità, per niente volgare (come invece la continua esposizione del corpo femminile alla sua nudità), di cui non c’è nulla da vergognarsi. Quindi, perché nasconderlo? Forse si vuole togliere questa sacralità, che è anzitutto naturale prima ancora che religiosa. Forse si vuole comunicare la tendenza per cui la donna non deve essere identificata come madre, o anche che esistono altri metodi per allattare il figlio, senza considerare che invece l’allattamento è un modo tenero e naturale per entrare in relazione con il bambino. Vorrei dar voce alle mamme che allattando i propri figli scoprono la bellezza della maternità, a quelle che con sofferenza non possono farlo, e a quei papà che gentilmente gli stanno vicino. C’è della Pasqua in quel gesto, che trasmette vita e futuro, ci sono dei corpi che respirano una bellezza semplice. Per dirla tutta, quella statua starebbe bene ovunque, ancora di più in qualche piazza dove esistono monumenti che non ci dicono granché (quindi se non sono condivisibili da tutti, li togliamo?), a ricordarci i motivi per cui vivere e risorgere.
                                                                     Don Andrea

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