Aspettando la Festa Patronale: come celebrare la festa

Aspettando la Festa Patronale: COME CELEBRARE LA FESTA?

È necessario che la festa del Santo sia accuratamente preparata e celebrata dal punto di vista liturgico e pastorale. Ciò comporta anzitutto una corretta presentazione della finalità pastorale del culto ai Santi, vale a dire la glorificazione di Dio, «mirabile nei suoi Santi», e l’impegno di condurre una vita modellata sull’insegnamento e l’esempio di Cristo, del cui Corpo mistico i Santi sono membra eminenti. E richiede altresì una corretta presentazione della figura del Santo. […] Tale presentazione si soffermerà non tanto sugli elementi leggendari che talora avvolgono la vita del Santo né sul suo potere taumaturgico, quanto sul valore della sua personalità cristiana, sulla grandezza della sua santità e l’efficacia della testimonianza evangelica, sul carisma personale con cui arricchì la vita della Chiesa.
Il “giorno del Santo” ha anche una grande valenza antropologica: è giorno di festa. E la festa – è noto – risponde a una necessità vitale dell’uomo, affonda le sue radici nell’aspirazione alla trascendenza. Attraverso manifestazioni di gioia e di giubilo la festa è affermazione del valore della vita e della creazione. In quanto interruzione della monotonia del quotidiano, delle forme convenzionali, dell’asservimento alla necessità del guadagno, la festa è espressione di libertà integra, di tensione verso la felicità piena, di esaltazione della pura gratuità. In quanto testimonianza culturale, essa mette in luce il genio peculiare di un popolo, i suoi valori caratteristici, le espressioni più genuine del suo folklore. In quanto momento di socializzazione, la festa è occasione di dilatazione dei rapporti familiari e di apertura a nuove relazioni comunitarie.

(dal “Direttorio su Pietà popolare e Liturgia – Principi e orientamenti” nn. 231-232)

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