6 gennaio 2020: Solennità dell’Epifania del Signore

Oggi, festa dell’Epifania del Signore, il Vangelo (cfr Mt 2,1-12) ci presenta tre atteggiamenti
con i quali è stata accolta la venuta di Cristo Gesù e la sua manifestazione al mondo.
Il primo atteggiamento: ricerca, ricerca premurosa; il secondo: indifferenza; il terzo: paura.
Ricerca premurosa: i Magi non esitano a mettersi in cammino per cercare il Messia. Giunti a
Gerusalemme chiedono: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la
sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (v. 2). Hanno fatto un lungo viaggio e adesso con grande
premura cercano di individuare dove si possa trovare il Re neonato. A Gerusalemme si
rivolgono al re Erode, il quale chiede ai sommi sacerdoti e agli scribi di informarsi sul luogo in
cui doveva nascere il Messia.
A questa ricerca premurosa dei Magi, si contrappone il secondo atteggiamento: l’indifferenza
dei sommi sacerdoti e degli scribi. Erano molto comodi questi. Essi conoscono le Scritture e
sono in grado di dare la risposta giusta sul luogo della nascita: «A Betlemme di Giudea, perché
così è scritto per mezzo del profeta» (v. 5); sanno, ma non si scomodano per andare a trovare il
Messia. E Betlemme è a pochi chilometri, ma loro non si muovono.
Ancora più negativo è il terzo atteggiamento, quello di Erode: la paura. Lui ha paura che quel
Bambino gli tolga il potere. Chiama i Magi e si fa dire quando era apparsa loro la stella, e li
invia a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi […] sul bambino e, quando l’avrete trovato,
fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”» (vv. 7-8). In realtà, Erode non voleva
andare ad adorare Gesù; Erode vuole sapere dove si trova il bambino non per adorarlo, ma
per eliminarlo, perché lo considera un rivale. E guardate bene: la paura porta sempre
all’ipocrisia. Gli ipocriti sono così perché hanno paura nel cuore.
Questi sono i tre atteggiamenti che troviamo nel Vangelo. […] E anche noi possiamo pensare e
scegliere: quale dei tre assumere. Io voglio andare con premura da Gesù? “Ma a me Gesù non
dice nulla… sto tranquillo…”. Oppure ho paura di Gesù e nel mio cuore vorrei farlo fuori?
L’egoismo può indurre a considerare la venuta di Gesù nella propria vita come una minaccia.
Allora si cerca di sopprimere o di far tacere il messaggio di Gesù. Quando si seguono le
ambizioni umane, le prospettive più comode, le inclinazioni del male, Gesù viene avvertito
come un ostacolo.
D’altra parte, è sempre presente anche la tentazione dell’indifferenza. Pur sapendo che Gesù è
il Salvatore – nostro, di noi tutti -, si preferisce vivere come se non lo fosse: invece di
comportarsi in coerenza alla propria fede cristiana, si seguono i principi del mondo, che
inducono a soddisfare le inclinazioni alla prepotenza, alla sete di potere, alle ricchezze.
Siamo invece chiamati a seguire l’esempio dei Magi: essere premurosi nella ricerca, pronti a
scomodarci per incontrare Gesù nella nostra vita. Ricercarlo per adorarlo, per riconoscere che
Lui è il nostro Signore, Colui che indica la vera via da seguire. Se abbiamo questo
atteggiamento, Gesù realmente ci salva, e noi possiamo vivere una vita bella, possiamo
crescere nella fede, nella speranza, nella carità verso Dio e verso i nostri fratelli.

Papa Francesco in occasione dell’Angelus in piazza S. Pietro – 6 gennaio 2018

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