L’amicizia che guarisce

L’AMICIZIA CHE GUARISCE

So quanto ti sta a cuore l’amicizia e tu sei sempre stato per tante persone un amico fedele e attento. Mi colpisce che nel Vangelo di Giovanni Gesù accenni al tema dell’amicizia proprio quando il suo “amico” Lazzaro è malato. Che cosa hai scoperto dell’amicizia, quali parole e quali gesti di tenerezza ti hanno sostenuto?
Questa è una ricchezza enorme. L’ho sperimentata tanto in un momento in cui potevo fare poco, quell’amicizia di chi con il suo ascolto chiarisce a te stesso ciò che vai pensando. Tanti vicini e tanti meno vicini ma ciascuno a modo suo. È stato bello scoprire che l’amicizia non ha un solo canale di espressione, ma ne ha molti. Qui mi piace sottolineare l’importanza, all’interno dell’amicizia, della confidenza. Per me l’amicizia è diventata molto confidenza, il confidare in qualcuno, quindi l’appoggiarsi, l’ancorarsi a qualcuno. Questa confidenza è una parola leggerissima eppure rocciosa, come lo è la fede. Qualcuno viene a trovarti, ti chiede “come stai” e poi viene a parlarti di come sta lui: confidenza reciproca. Ho raccolto davvero anche tante storie: Ho scoperto di avere tanti amici, molto più di quelli che pensavo. Arrivano da tutte le parti. Ho conosciuto gente bellissima, potrei citare gente che non ho visto da anni: c’è una persona che non vedevo da quando facevo le scuole medie e che si è rifatta viva. Si sono rifatti vivi amici della mia prima parrocchia: questa cosa ti dice davvero come la vita è una cosa incredibile, per la ricchezza di relazioni che ti offre! Ho avuto tanti segni concreti: sarebbe bello ricordare quella che mi porta il miele che fa guarire e che viene dalla Nuova Zelanda; la signora che mi porta le uova; quelle che preparano i dolci; un anziano della parrocchia, che con i noccioli delle olive ha costruito un rosario e me l’ha regalato; gente che mi manda le poesie perché la giornata possa essere più bella; la preghiera di chi sta in disparte, il regalo della commozione, come dicevo, di chi mi vede in salute e mi rivede; una chierichetta che quando ha saputo che ero malato è andata a rivedere tutti i video che avevamo mandato durante il tempo del COVID; c’è stata la discrezione di chi è stato in disparte e che poi ho capito che c’è sempre stato; c’è stato chi si è fatto carico di mandare in giro le notizie sulla mia salute per non darmi il carico di mandare mille messaggi; ci sono stati tanti fili di una tela e sono stati tutti necessari. La malattia mi ha aperto, anche attraverso l’amicizia, questo mondo incredibile della gratitudine e della commozione come pilastri della vita.
                                                                 (tratto da un’intervista a don Davide Caldirola)
Leggi l’intervista completa a don Davide

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