10 anni con Papa Francesco
«In un tempo in cui i limiti della leadership sono messi alla prova in molti luoghi, arriva un uomo senza esercito né armi, senza regno al di là di uno stretto pugno di terra nel mezzo di Roma, ma con l’immensa ricchezza e il peso della storia alle spalle, per lanciare una sfida». Così scrive il Time per nominare Persona dell’anno 2013 Jorge Mario Bergoglio. Tale sfida è la scelta di papa Francesco di intervenire sui dibattiti del nostro tempo, trovando ascolto e interesse. Una credibilità che non sbiadisce a dieci anni di distanza nonostante non siano mancati momenti critici. Non è scontato: viviamo in un’epoca contrassegnata da una velocità impensabile, tutto si consuma rapidamente. Per questo, rappresenta una sorpresa positiva il fatto che papa Francesco continui ad essere una delle figure pubbliche più stimate a livello mondiale, sul piano dello stile e delle motivazioni.
Fin dai primi gesti e discorsi, papa Francesco ha mostrato una straordinaria sintonia con le persone che incontra, grazie alla sua capacità di sentire e riconoscere le gioie e gli affanni che provano, sa stare accanto alle persone. Telefona alla mamma con il figlio malato, si reca dai giovani di un istituto penitenziario, scrive a un sacerdote in difficoltà. Questa prossimità trova un riflesso immediato nella sua capacità di comunicare in modo semplice e immediato.
Difficile fare il calcolo di quante volte papa Francesco parla del futuro.
Lo fa rivolgendosi ai giovani, ma anche agli anziani, lo fa richiamando l’idea che ha dato vita all’Unione Europea o la missione evangelizzatrice della Chiesa. Si potrebbe pensare che vi sia quasi un’ossessione in questo continuo invito a sognare il futuro. Ne abbiamo una testimonianza chiarissima nel testo della Laudato si e nella cura del creato. Ha colto anche che qualcosa in profondità è mutato tra i cattolici, che il «noi» si è incrinato e si deve rilanciare un orientamento comune.
Fu la sfida di «uscire», della “chiesa in uscita” che propose pochi mesi dopo l’elezione con l’Evangelii gaudium. La frase di Francesco, appena eletto, è indicativa: «sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi dalla fine del mondo». Si cercava la «guida» fuori dai mondi abituali.
(Andrea Riccardi)
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