Quello che ci commuove

UNa casa molti cuori

“Una casa, molti cuori battono in libertà” … e possiamo anche dirci che nei giorni del 50° della nostra chiesa, questi cuori hanno battuto un po’ più forte. Il programma previsto infatti ha preso colore e calore, senza forzature e con gusto. Questa ricorrenza era cominciata con la benedizione del nostro arcivescovo Mario durante la sua visita pastorale a dicembre, fino a compiersi nel modo che conosciamo: la s. Messa con sacerdoti e religiose storici; il concerto gospel; la commedia “Viva gli sposi”; la s. Messa domenicale con il vicario don Antonio, l’abbraccio simbolico, il rinfresco e il concerto per la pace. È già importante ringraziare chi ha reso possibile tutto ciò, con impegno e disponibilità. Abbiamo poi apprezzato i dettagli: il video e la mostra di foto (che bello rivedersi!), l’immaginetta con la preghiera ed il canto, l’icona, la memoria di don Luigi Arienti, il regalo del nuovo messale, i ragazzi che cucinano le piadine. Ci è stata cara la vicinanza (anche degli assenti) dei sacerdoti e religiose che hanno fatto storia nella nostra comunità, il piacere di rivedersi, l’invito di don Davide a “rimanere, rimanere insieme, rimanere tutti, rimanere nel Signore”. In questo clima, le serate condivise ci hanno offerto un’aria di serenità e distensione, lasciando un buon respiro nell’anima. Ringraziamo quindi il coro gospel, la Compagnia della Cintura, i gruppi che si sono coinvolti cantando la pace, gli amici cari del Sorriso. Mi vien da chiedere quale emozione ci ha colto, come personalmente siamo rimasti commossi. Anche questo, infatti, è un dono di Dio, da accarezzare e custodire come un piccolo tesoro. Da trasformare perfino in una nuova disponibilità: infatti il saluto a Giovanni, che a fine aprile va in pensione, pone la domanda “come ci prendiamo cura ora della nostra chiesa?”. L’accoglienza, la pulizia, l’attenzione per piante e fiori, l’apertura e la chiusura, la cura per le celebrazioni (s. messe e funerali), e tante altre piccole attenzioni che rendono la chiesa ospitale, richiede la collaborazione di vari volontari. Siamo quindi davanti ad un nuovo passaggio, per cui ci affidiamo a Dio e ci auguriamo insieme “buon cammino!”
                                                                                                                     Don Andrea

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