Pellegrinaggio ad Arenzano ed Albenga dell’8 ottobre 2016
Una splendida giornata di sole, che si è mostrato in una bellissima alba in autostrada e ci ha poi accompagnato fino a sera, ha allietato il Sabatour dell’8 ottobre 2016, dando il giusto risalto al pellegrinaggio nel magnifico Santuario del Bambino Gesù di Arenzano, e alla visita pomeridiana al centro storico di Albenga .
Dopo la S. Messa nel Santuario del Bambino Gesù, concelebrata da un Padre Carmelitano e da Don Emilio, Padre Andrea ci ha guidati nella visita al complesso che comprende anche un Seminario minore, la cappella dedicata a Gesù Adolescente e un Presepe permanente.
Le origini del santuario del Gesù Bambino di Arenzano, uno dei più belli della Liguria, partono da molto lontano e per la precisione dalla Praga degli inizi del Seicento, dove la principessa Polissena, donò al convento nel quale aveva deciso di ritirarsi una piccola statua di Gesù Bambino, che nel 1641 venne esposto ai fedeli, diventando in poco tempo e fino ai nostri giorni uno dei simboli praghesi più visitati e amati nel mondo.
Più recentemente, nel 1889 in Liguria, i Carmelitani scalzi edificarono una piccola chiesa, che venne inizialmente consacrata a Santa Teresa di Gesù; nel 1900 un Padre Carmelitano fece collocare proprio sotto la statua della Madonna del Carmine, che era sull’altare maggiore, un quadretto ad olio che raffigurava il Gesù Bambino di Praga, poi sostituito da una statua, donata ai religiosi da una nobildonna del luogo e verso il 1904 iniziarono i lavori per l’ampliamento del santuario, portati avanti dopo la seconda guerra mondiale, fino al 1966, quando il santuario assunse l’aspetto attuale.
Tutto il complesso legato al santuario è in magnifica posizione rialzata; il santuario ha una facciata in stile rinascimentale e al suo fianco due chiostri, consacrati alla Vergine del Carmelo e a Santa Teresa del Bambino Gesù, oltre alla cappella della Benedizioni, con la sala ricordi e gli ex-voto.
Sul piazzale troviamo il campanile; vi è inoltre una colonna che porta la statua dorata del del Bambino Gesù e un’iscrizione in latino sul basamento che recita: Onore e Gloria a Cristo Gesù Bambino Immortale Re dei secoli.
L’interno del santuario, con una pianta a croce latina, presenta nella navata centrale l’altare del Santo Sacramento, con il trono dove si trova la statua di Gesù Bambino, mentre nei transetti e nella controfacciata si possono ammirare belle statue maiolicate raffiguranti i misteri dell’infanzia di Gesù, la storia del Gesù di Praga e i momenti e luoghi più importanti legati al santuario.
Padre Andrea ci ha poi accompagnati a visitare il presepio artistico in ceramica, creato da Eliseo Salino, uno dei migliori ceramisti di Albisola; ambientato in una grotta artificiale, il presepe permanente ospita una bella varietà di gruppi scultorei che presentano, in modo semplice e popolare, alcuni momenti legati al Natale e alla nascita di Gesù, con richiami anche all’antico testamento, al profeta Elia, al monte Carmelo. Le statuette coloratissime raffigurano i vari personaggi con sembianze che ritraggono realisticamente persone del luogo con risultati molto apprezzabili.
Nella grotta abbiamo intonato un canto natalizio per ricordare che non solo il 25 dicembre ma ogni giorno Gesù Bambino si incarna nella nostra vita.
Le piante grasse, grusoni, crassule e tante altre, sono coltivate e crescono rigogliose sulla terrazza verso il mare, nella serra e un po’ ovunque negli ambienti che contornano il santuario; in ricordo di tanta bellezza ognuno ha avuto in dono una piccolissima piantina con la raccomandazione che la facessimo crescere amorevolmente con una Ave Maria ad ogni innaffiatura!
Il pranzo ad Albenga, nella Casa per Ferie delle ACLI, che ha ospitato i numerosi partecipanti, merita una menzione particolare per la ricchezza e la qualità del menù, e per la cortesia di tutto lo staff. È stato ben gradito a tutti i partecipanti, insieme alla breve passeggiata sulla bella spiaggia dirimpetto alla struttura.
La visita nel pomeriggio al centro storico di Albenga, ben conservato e valorizzato, ha avuto come momento iniziale la visita al Museo Diocesano, nell’antico Palazzo Vescovile della città, risultato dall’accorpamento nei secoli di diversi stabili, dal medioevo ai tempi più recenti.
Il fiore all’occhiello del museo è il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria di Guido Reni (1606), conservato nel cinquecentesco splendido salone degli stemmi, che deve il suo nome agli emblemi di tutti i vescovi della diocesi di Albenga che corrono sul bordo superiore della parete.
Dal museo la visita è continuata al Battistero, insigne monumento paleocristiano risalente forse alla ristrutturazione dell’Albenga romana voluta da Costanzo, marito di Galla Placidia nella prima metà del V secolo, anche se l’ipotesi al momento più accettata è che la costruzione sia avvenuta tra la seconda metà del V e la prima metà del VI secolo
Il battistero esternamente presenta la particolarità di una pianta decagonale almeno nella parte inferiore, mentre all’interno si contano gli otto lati tradizionali che rappresentano l’ottavo giorno, ovvero il giorno della Resurrezione.
Al centro della sala si conserva in parte l’originaria vasca anch’essa ottagonale usata anticamente per il Battesimo per immersione dei catecumeni adulti, mentre in due nicchie laterali sono presenti il fonte battesimale in marmo di epoca medioevale su cui si intravvede un affresco ritraente il Battesimo di Gesù e un altro fonte post concilio di Trento, che viene ancora usato per i Battesimi ai nostri giorni,.
Di fronte al fonte battesimale più antico una nicchia presenta uno splendido mosaico bizantino, verso il quale il neobattezzato volgeva lo sguardo: il mosaico è dominato al centro dal monogramma di Gesù, il chirò, racchiuso in tre cerchi concentrici (simbolo della Santissima Trinità) riportanti ciascuno le lettere greche alfa e omega per indicare l’inizio e la fine cioè la totalità delle cose che è racchiusa in Dio; il chirò è circondato da dodici colombe, i dodici apostoli inviati dal Cristo a predicare nel mondo; nella lunetta di fondo si notano due agnelli che si avvicinano alla croce e pascolano su un prato fiorito, simbolo del Paradiso; si leggono inoltre i nomi di alcuni santi le cui reliquie erano probabilmente conservate nel pavimento; lo sfondo del mosaico presenta un bellissimo cielo stellato, con stelle a otto punte, circondato da una cornice di fiori di otto petali.
Dopo una visita breve alla Cattedrale di san Michele Arcangelo, all’adiacente suggestiva Piazzetta dei Leoni e al centro storico con le sue torri e case medievali, abbiamo concluso il sabatour con il cuore contento e la nostra piantina da far crescere ad avemarie!
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