Racconto di un pranzo sorprendente a Crema

Frontiera non è solo qualcosa che esiste sulla carta geografica, ma è un punto metaforico di incontro dove confrontarsi con la realtà e tentare di superare le divisioni attraverso il dialogo e la creazione di progetti che possano unire le persone. È ciò che abbiamo sperimentato al Sabatour del 18 ottobre alla Casa del Pellegrino a Crema: un luogo di ristorazione ma anche di inclusione. Il personale è costituito da ragazzi giovani che aderiscono al programma “Mai più da soli” e che costituiscono la cooperativa La Luce, con l’aiuto di volontari: un progetto pensato per aiutare ragazzi e ragazze con fragilità, provenienti da realtà differenti, che ogni giorno si mettono in gioco. Sara, Ikram, Fatima: ragazze sorridenti e disponibili che ci hanno accolto con gioiosità, perché per loro “Ogni tavolo è un abbraccio e ogni piatto una storia da assaporare”. Accanto si è sviluppato un altro progetto, “Insieme”, pensato per ragazzi con problematiche relazionali ed emotive, ragazzi invisibili, i cosiddetti Hikikomori. Viene così realizzato un laboratorio dove vengono creati bomboniere, centro tavola e altri oggetti decorativi, come lotta all’isolamento. Al termine della giornata ci poniamo un interrogativo: e noi cosa possiamo fare? Affrontare le nostre frontiere quotidiane regalando un sorriso, una gentilezza, un momento d’ascolto, una parola buona…Forse dietro l’angolo c’è qualcuno che aspetta proprio questo da noi.

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